mercoledì 6 marzo 2019

LETTERE DA UN MATRIMONIO 4



Roma, 10 Dicembre 1848

(…) Santa, santa,
       perché non mi scrivi? Sono colpevole di qualche cosa?
       L'influenza, oltre a togliermi quattro chili, ai quali non ero
       molto affezionato, mi ha lasciato un malumore fisico che mi
       tiene tutto il pomeriggio e gran parte della sera con le spalle
       sul divano, assorto in un migliaio di pensieri futili, noiosi,
       insipidi dai quali mi sveglio di tanto in tanto per domandarmi
      " come mai non mi capita di pensare una sola cosa felice?".
       Ieri sera, mentre mangiavo da Rosati con De Feo, mi è venuto
       un tale desiderio e bisogno di te che mi pareva di essere
       tornato al tempo in cui tu non mi volevi il minimo bene.
       Natale non è lontano e comincio a temere che lo passeremo in
       città diverse. Pazienza! Ogni lavoro richiede dei sacrifici e
       quello del teatro vuole che gli siano sacrificate le feste, le
       ricorrenze e una parte considerevole della nostra vita insieme.
       Le famiglie dei marinai e quelle degli attori hanno la stessa
       sorte. Fortunatamente ci saranno con te i tuoi genitori. Io
       spero che ci siano con me i miei e la pupa, che sempre ti
       nomina, specie quando apre l'armadio della camera da letto e
       vede appesa una tua sottana. " De la mamma? " dice. Io le
       rispondo: " Sì, della mamma ".
       Spero di partire per la Sicilia fra mercoledì e giovedì prossimo
      Santa,ti voglio tanto bene quanto forse non riesci a immaginare
      Per renderti tranquilla e felice mentre lavori lontano da me,
      vorrei essere anch'io tranquillo e felice. Faccio sforzi
      penosissimi per questo, ma ti confesso che non ci riesco molto
      bene.
      Salutami tanto i tuoi e lasciati abbracciare forte forte per un
      tempo infinito dal


                                         Nusso e dalla pupa  (…)



Vitaliano Brancati e Anna Proclemer  da   Lettere da un matrimonio

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