venerdì 22 marzo 2019

MANDATE A DIRE ALL'IMPERATORE 1

 
 

                                                           Domani sarà tardi e saremo felici


I VOSTRI NOMI


MANDATE A DIRE ALL' IMPERATORE

Così come oggi tanti anni fa
mandate a dire all'imperatore
che tutti i pozzi si sono seccati
e brilla il sasso lasciato dall'acqua
orientate le vostre prore dentro l'arsura
perchè qui c'è da camminare nel buio della parola
l'orlo di lino contro gli stinchi
e, tenuti appena da un battito,
il sole contro, il rosso sotto le palpebre
premerete sentieri vastissimi
vasti da non avere direzione
e accorderete la vostra durezza
alla durezza dello scorpione
alla ruminazione del cammello
alla fibra di ogni radice
liscia, la stella liscia, del vostro sguardo
staccato dall'occhio, palpiterà
né zenit né nadir
in nessun luogo, mai.


                                        ***

IN QUALE BOSCO

Il cielo era verde di freddo tra gli aghi dei pini
e qui non c'è nessuno l'umido salito dalla neve
si intrama nell'odore dei vestiti bagnati
hai stretto per sempre il manico dell'ascia
all'altezza dell'intaglio, tre asterischi, le iniziali e una data
e la dignità delle tue mani si è svenata in dolcezza
adesso, tra la polvere e il dominio, dove hai incontrato
te stesso in chissà quale bosco dei miei occhi
quando ti sei voltato e mi hai detto, dio, quanto sole
così lontano, diverso, quanto ad uno ad uno i giorni
stringono il cuore e separano.


                                       ***

TRAMANDARE

L'aria è quella umida di marzo quando piove
penso al significato della parola tramandare
mentre sto qui, in questa luce piatta del mattino
e immagino come potrebbe essere
ma non mi viene in mente niente
niente che somigli alla caligine sotto i denti
dopo che tutto brucia e la luce degli incendi
fa luminose le spalle di Enea, Anchise salvato dai crolli.

" Il carapace è la casetta delle tartarughe,
è liscia a toccarla e fatta d'osso, e forse un giorno la toccherai,
ma adesso metti un po' di azzurro sul foglio
e dentro il cielo fai tanti piccoli segni a forma di vu:
quelle sono le rondini che in primavera
volano lontane e veloci
e quando si abbassano si sa che dopo piove,
diceva mio padre ".

Qualche volta si sta fermi per andare
più in alto e più lontano
qualche volta si sta fermi per rimanere fermi
domani e qui, domani ci aspetta
un passato pieno di gloria
domani sarà tardi e saremo felici.


                                  ***

LA NEVE CHE SEI STATO

Chiusaforte è le tue mani rovinate,
le sue case in fila lungo una strada che conduce al nord
e le pietre e gli azzurri, sottilissimi dopo che è nevicato.
Chiusaforte è tutti i ritorni che mi allontanano
mentre nevica il tempo sulla neve che sei stato
sui passi contati e poi coperti dal bianco
e c'è un piangere nascosto nel celeste
nelle pigne ai piedi degli abeti
nel silenzio che sgretola gli animi e qualche volta
ci spinge in alto, in alto
dove ci sono parole che erano sassi
dette di punto in bianco, nel freddo
lasciate alla confidenza delle nuvole;

ho fatto un buon tratto di strada, ormai,
e sono stato tuo figlio e sono stato tuo padre
e conosco i gesti che non si spezzano davanti al dolore
l'incandescenza dell'istante che li ha generati
la tua mano sulla mia fronte
il palmo della mia sul dorso della tua
che non so come, non so dove
mi portano ancora con te.


                 Pierluigi Cappello   da   Mandate a dire all'imperatore


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