lunedì 25 marzo 2019

IMAGO PIETATIS 2

 
 


(..) E' il 2 Settembre 2015. Scoprirò poi che il bambino si chiamava
      Alan Kurdi ed è morto annegato durante la notte del naufragio
      del gommone che doveva portare lui e la  sua famiglia da
      Bodrum, in Turchia, all'isola greca di Kos. Il poliziotto che ne
      raccoglie il corpicino è un padre di famiglia, con bambini quasi
      dell'età di Alan, forse destinato a portare per sempre dentro di
      sé tutto quell'orrore.
      Le foto del bambino faranno il giro del mondo e del web,
      provocheranno conseguenze, dichiarazioni e scelte politiche.
      Un'ondata di rielaborazioni e commenti alla foto più diffusa,
      monopolizzerà Twitter e le indagini sui motori di ricerca. Non
      mancheranno ricostruzioni e polemiche sulla famiglia di Alan,
      sulla scelta del padre di intraprendere il viaggio fatale, sull'
      immigrazione e sui suoi rischi. Artisti di ogni Paese
      rielaboreranno in vario modo l'immagine del corpicino
      abbandonato, riproponendola così alle coscienze di milioni di
      abitanti del pianeta. " Morte di Alan Kurdi" diventerà una voce
      di Wikipedia. I primi anniversari  del naufragio verranno
      ricordati dai quotidiani. La curiosità, la compassione, la
      volontà di riscatto e di reazione che l'onda emotiva scatenatasi
      sui media ha stimolato e suscitato, dimostrano che a volte -
      nei grandi dolori come nelle grandi gioie - possiamo essere
      tutt'uno, provare una sorta di compassione universale,
      comprendere con un'improvvisa intuizione il nostro comune
      orizzonte, la nostra comune radice .  (…)


Fausto Colombo  da  Imago Pietatis ( Indagine su fotografia e compassione )

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