venerdì 22 marzo 2019

L'INFERNO DI CATHERINE ( Presentazione )



Intransigente e severa critica di se stessa, Catherine Pozzi visse con l'anima aperta sul mondo, trasponendo in versi dal temperamento mistico la sua intensa fame di assoluto e il suo non meno sconcertante desiderio di calarsi nel regno tumultuoso della notte oscura.
" Quello che non può diventare notte o fiamma", confessava la poeta, musa e amante tradita di Paul Valéry, " lo si deve mettere a tacere." Catherine appartiene dunque a quei poeti che credono a una scrittura " ispirata", di una visionarietà e di un'esperienza spinta al di là delle cose. Al tempo stesso, ai margini di quella scrittura, la Pozzi sa affrontare - con tutte le conseguenze e le sofferenze del caso - la sfida o, per meglio dire, la necessità del silenzio. Anche per questa ragione - in vita - la nostra autrice acconsentì a pubblicare una sola poesia " Ave ", divenendo presto un'enigmatica e conturbante " autrice postuma", capace di una musicalità spiazzante, che sembra provenire da un indefinito altrove. La musicalità della sua poesia " assomiglia a un labirinto che si stende mano a mano che si circola e si odono più voci. E' un corpo di viaggi. Racchiude e scopre a chi lo ripete fra sé, una proliferazione di analogie segrete, di voci insospettate, di riavvicinamenti o separazioni, di sorprese e aperture " ( Michael  de Certau  -gesuita, linguista, antropologo e storico francese - i cui interessi, nonché le competenze spaziavano dalla filosofia alla psicanalisi e alle scienze sociali ).


                                 ( f )


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