martedì 26 marzo 2019

WILLIAM BUTLER YEATS

 
 

            Diteci dunque di quella signora, che un poeta esaltato ci cantava…



AVVENTO DELLA SAGGEZZA COL TEMPO

Unica è la radice a molte foglie;
nella menzogna della prima età
volgevo fronde e fiori incontro al sole;
voglio appassire nella verità.


                                                 ***

LA BELLEZZA VIVENTE

Volevo, ormai consunti olio e lucignolo
e i canali del sangue in gelo secchi,
l'inappagato cuore ora appagare
nella bellezza che un modello emana
di bronzo, o in abbagliante marmo appare;
appare, e se ti volgi ahimè scompare,
alla tua solitudine lontana
più di un fantasma. O cuore, siamo vecchi;
la bellezza vivente è per l'ardore
dei giovani. Né è dato a noi recarle
il tributo di lacrime selvagge.


                                                 ***

A UNA GIOVINETTA

Mia cara, mia cara, io so
più d'ogni altro che mai
così ti fa battere il cuore;
nemmeno tua madre
può saperlo come io lo so,
che per lei mi spezzavo il cuore
quando il selvaggio pensiero
ch'ella rinnega
e ha dimenticato
tutto le agitava il sangue,
sfavillandole nelle pupille.


                                                 ***

SOGNI INFRANTI

Fra i tuoi capelli è qualche filo bianco.
E i giovani ormai quando tu passi
d'improvviso non soffoca il respiro.
Ma qualche vecchio forse mormorando
ti benedice, ché una tua preghiera
l'ha scampato sul letto della morte..
Per te che sai del cuore ogni tormento
e ogni tormento hai inflitto all'altrui cuore,
di gracile fanciulla germogliando
la tua bellezza grave - per te sola
il cielo ha cancellato la sentenza,
tanta parte gli serbi in quella pace,
se cammini soltanto in una stanza.

La tua bellezza può tra noi lasciare
solo ricordi, pallidi ricordi.
E un giorno a un vecchio un giovane dirà:
" Diteci dunque di quella signora
che un poeta ostinato ci esaltava
quando l'età gli ebbe gelato il cuore".

Vaghi ricordi, pallidi ricordi,
ma nella tomba tutti rivivranno.
La certezza che un giorno la signora
vedrò giacere o ritta o camminare
nella bellezza sua prima di donna
col fervore degli occhi giovanili
m'ha fatto come folle delirare.

E tu sei bella più d'ogni altra donna,
ma una macchia offuscava il tuo bel corpo:
non erano le tue piccole mani
belle, e temo che tu forse non corra
e remi fino al polso in quell'arcano
lago sempre ricolmo dove quelli
che hanno adempiuto alle divine leggi
recano e sono ormai perfetti. Lascia
immutate le mani ch'io baciavo
per amore di un'amicizia antica.

L'ultimo tocco della mezzanotte
muore; l'intero giorno ho allineato
di sogno in sogno e poi di verso in verso
divagando come un fantasma d'aria:
solo ricordi, pallidi ricordi.


                                                 ***

LE FACCE NUOVE

Se voi, che avete tratto i vostri giorni
a vecchiezza, doveste morir prima,
né cedro né catalpa udrebbe il mio
piede vivente, né valicherei
dove operammo noi che spezzeremo
i denti al Tempo. Sì, le facce nuove
giochino i loro tiri in sale antiche.
La notte può predominare il giorno,
per la stridula ghiaia del giardino
vanno ancora le nostre ombre, e i viventi
ecco appaiono piò ombre delle ombre.


                                                 ***

DOPO UN LUNGO SILENZIO

Dopo un lungo silenzio ora parliamo;
estraniati o morti gli altri amanti,
celata nella propria ombra la luce
avversa della lampada, calate
sopra la notte avversa le cortine,
giusto è che dibattiamo senza fine
il sommo tema  dell' Arte e del Canto:
è decrepito il savio; ci amavamo
in giovinezza e s'era noi ignoranti.


         William Butler Yeats   da     Poesie



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