sabato 9 febbraio 2019

TESI ANORESSICHE 4



(…) L' anoressica sceglie - come ha affermato Lacan - di mangiare
       il niente. Poiché il niente mostra che una totalità di cose, una
       totalità di regali, una montagna di regali, non fanno l'amore.
       In questo senso l'anoressia è il modo col quale un soggetto
       sopravvive come soggetto del desiderio. E' un  modo col quale
       il soggetto prova a schiodarsi dall' Altro, da un Altro che non
       vuole lasciarlo andare e che però non è in  grado di donare il
       segno della sua mancanza. In questo senso l'anoressia,se salva
       il soggetto da un desiderio materno sregolato, dal rischio del
       divoramento, è ciò che il soggetto ha di più prezioso. C'è dell'
      orgoglio nell'anoressia.L' anoressia si sostituisce quasi al nome
      proprio del soggetto. E' - per così dire - la sua carta di identità.
    L' anoressia non è solo dunque il rapporto del soggetto col cibo:
      in fondo gli esseri umani fanno col cibo quello che fanno con le
      persone. L' anoressia non fa niente. E' un'anestesia del corpo.
      E' l'irrigidimento del corpo in modo tale  che da esso vengano
      espulse tutte le passioni. Anoressia è distruzione, azzeramento
      del desiderio. E' fare del desiderio un deserto. Vedi bene allora
      disegnarsi la doppia faccia dell'anoressia. E' una malattia dell'
      amore perché per amore l'anoressica è disposta a morire. Ma
      è anche una negazione del desiderio perché l'inibizione
      anoressica impone una cancellazione del desiderio dal corpo.
      L' anoressia è così un Ideale che ricopre la pulsione sessuale,
      il corpo come sessuale. Copertura logicamente impossibile
      come dimostrano le crisi bulimiche.In questo senso la posizione
      anoressica è affettivamente una posizione disperata.
      Binswanger l'ha descritta come simile a quella di un alpinista
      che, essendo salito troppo in alto ( verticalizzando troppo la
      propria esistenza ), si ritrova nell'impossibilità di muoversi, sia
     di salire che di scendere.La cura dell'anoressia deve tener conto
     di questa sua doppia faccia.Non incalza direttamente il sintomo,
     ma lavora invece perché il desiderio - ammalato d'amore - si
     scongeli, torni a vivere. E se il desiderio tornerà a vivere, anche
     l'appetito troverà il suo ritmo.  (…)



                      Massimo  Recalcati   da    Elogio del fallimento


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