giovedì 14 febbraio 2019

LA NOSTALGIA FERITA ( Presentazione )



Eugenio Borgna continua - con questo libro - ad elaborare un altro elemento del suo particolare lessico sulle emozioni. Qui racconta la nostalgia ferita, con le sue collaterali parole tematiche: quella della memoria, quella del tempo, quella dell'infanzia e della giovinezza perdute. Ma c'è anche la nostalgia della morte, quella di un volto che - come diceva Rilke - ci accompagna, a volte introvabile .E c'è la nostalgia della vita quando la malattia è in noi.
La nostalgia aperta alla speranza , tuttavia, è ben diversa da quella pietrificata nel passato. Ci sono inoltre nostalgie ferite dal dolore e nostalgie che se ne salvano. C'è una nostalgia - infine - che può essere intesa come recupero del passato e come sua donazione di senso: come antitesi al drago dell'indifferenza che porta al deserto delle emozioni.



                               ( f )

2 commenti:

  1. Sembra molto interessante, utile a scandagliare la nostalgia in modo, mi auguro, da non restarne vincolati dentro, molte persone restano intrappolate con lo sguardo e l'attenzione sempre rivolto al passato e la nostalgia finisce per accompagnarsi ad una tristezza e malinconia sempre più profonde e a diventare la prima tappa della depressione, è bene valorizzare quella sana, la cornice dei ricordi preziosi della vita...

    RispondiElimina

  2. L'autore lo dice chiaramente: " C'è una nostalgia che fa vivere e una che fa morire".
    Potremmo cioè recuperare - attraverso questo sentimento - quello che siamo alla luce di ciò che - storicamente - siamo stati, in un processo di acquisizione della nostra identità.
    Ma potremmo anche rimanerne impigliati - come un alibi o una rete di malinconia - nell'impossibilità di continuare a vivere,
    nel ricordo di " un paradiso perduto" ( che poi non è stato necessariamente tale).
    Ma - si sa - si ha la tendenza a rimuovere i fatti spiacevoli del passato per ricordare solo ciò che riteniamo sia stato un bene, o - IL BENE in assoluto.
    Ma il Bene assoluto non esiste ( forse ne abbiamo fatto esperienza quando navigavamo nelle acque dell'amnios materno): il resto ( e vale per tutti! ) lo si costruisce, con forza, con determinazione, con coraggio.
    Grazie per l'intervento.

    RispondiElimina