sabato 23 febbraio 2019

DENUNCIA E PROVOCAZIONE DI LEON FELIPE


(…) Leòn Felipe fu uno spirito inquieto, difficile da inserire e
     classificare nel panorama della letteratura spagnola dell'epoca,
     al punto che il suo rifiuto delle formule adottate dai
     rappresentanti della Generazione del '27, come pure l'estraneità
     alle estetiche innovative dei movimenti d'avanguardia, hanno
     finito per creare l'immagine di un poeta ostinatamente assente
     dalla scena ufficiale della cultura nazionale. Anche quando,
     dopo l'evento bellico, la Spagna fa conoscere la sua eccezionale
     fioritura poetica ( pensiamo alle opere di Garcia Lorca, Vicente
     Aleixandre, Jorge Guillén, Rafael Alberti, Pedro Salinas ecc,
     Leòn Felipe continua a non avere una collocazione precisa o a
     essere semplicemente considerato - come scrive Luis Cernuda -
    " un poeta di transizione ".
     Solo e appartato nel lontano Messico- dove si è definitivamente
     stabilito,Leòn Felipe è il rappresentante di una poesia che eleva
     la protesta contro ogni sopruso e ingiustizia sociale. La sua
     parola, depositaria di una forza vaticinante, lancia accuse e
     anatemi contro tutti i responsabili della tragedia spagnola,
     superando le divisioni partitiche.
     La morte - come si vede nella sua poesia - è una delle ultime
     immagini che accompagnano il viaggio di questo instancabile
     viandante che ora - vecchio e stanco - attende l'arrivo della
     notte eterna, l'oscura prigione, il Nulla. Ma a parte quest'ultimo
     tono dolente che annuncia il silenzio finale, la poesia di Leòn
     Felipe è una poesia gridata, singhiozzata, legata al tragico
     momento storico che vive la Spagna e che, dal punto di vista
     formale, rompe ogni schema fonico e lessicale, investendo il
     lettore con la piena della sua forza ideologica. Una produzione
     letteraria che ingloba verso e prosa, supera la divisione dei
     generi e riunisce- assieme ai libri di versi- testi teatrali e
     traduzioni varie: la conferma della singolarità di un poeta che
     si è bruciato interamente, finendo per identificare se stesso con
     la tragedia della sua Patria.  (..)


                        Gabriele  Morelli 


 

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