Se hai un sogno, tu lo devi proteggere…
(..)Di ricerca della felicità, nell'omonimo film di Gabriele Muccino,
si inizia a parlare solo quando il protagonista tocca il fondo
della disperazione. Perché la felicità è qualcosa che possiamo
solo inseguire e che forse non riusciremo mai a raggiungere.
Qualunque cosa facciamo. Ma alla fine, il suo attimo di felicità,
Chris lo raggiunge, come lo raggiungono i protagonisti di
questo libro. Non prima però di aver elaborato il dolore e di
aver affrontato il pericolo; non prima di essersi riscattati dall'
altrui giudizio e di essersi liberati dalle situazioni di
sopraffazione e di sfruttamento della vita. Così da lasciare ai
pensieri più profondi e alle esigenze più nascoste la forza di
esprimersi e di trasformarsi in azione contagiosa. Perché la
felicità - che non è un continuum - ma una condizione effimera
nell'esperienza degli esseri umani, è prima di tutto un agire. Ci
spinge - ogni volta - a cavalcare, nel mare dell'inconscio, i moti
fluttuanti del dolore, della paura, del disagio, della difficoltà,
della solitudine, dello sfruttamento, del destino avverso con lo
spirito e l'abilità creativa di un surfista che converte l'energia
delle onde in equilibrio. La felicità è il tempo - di leopardiana
memoria - strappato all'attesa : il sabato pensa alla domenica
come alla promessa della gioia, ignaro che nel momento di
preparazione della gioia stessa sia contenuto - in realtà - l'
autentico piacere. Perché essere in cammino verso la felicità
vuol dire di già essere felici. " Il segreto della felicità - sostiene
Pericle - è la libertà e il segreto della libertà è il coraggio".
E il vero coraggio consiste nella capacità di operare scelte che
non siano sottomesse alla schiavitù della paura, del bisogno,
dell'opportunità, del giudizio, del timore, del ricatto, della
sopraffazione, dell'angoscia di morire e di quella di vivere.
Per essere felici bisogna sdoganare la libertà e il coraggio dalla
paura e considerare ogni percorso- piacevole o spiacevole della
vita - come " il premio è il viaggio "; l'esperienza e la forza delle
intuizioni trasformate nella concretezza di progetti che cambiano
la vita.
A ogni storia, la paura bussa alle porte dei protagonisti; il
coraggio va ad aprire e vede che non c'è nessuno. Eccetto la
felicità: l'aspirazione di ogni essere umano che si fa identità.(…)
Maria Rita Parsi da La felicità è contagiosa
Una bellissima riflessione, solo un passaggio non condivido, quando dice che la felicità è qualcosa che possiamo solo inseguire e mai raggiungere, come una chimera, infatti questo definisce l'illusione non la felicità, tanto meno l'attesa che vive di speranza, io sono credente e per me tutto è dono di Dio, tutto è grazia, non sono autoreferenziale, ma chi non crede e vuole realizzare un progetto (discernendo tra illusione e obiettivo realizzabile) e si impegna con tutto se stesso per concretizzarlo, vive il tempo di attesa con speranza e la motivazione gli dona forza e serenità, poi una volta raggiunto lo scopo è felice, perché tutti gli sforzi e i sacrifici fatti si tramutano in gioia, ma la felicità si vive anche nelle piccole e grandi cose che tendiamo sempre a dare per scontate, come l'amore, la famiglia, i figli, gli amici, ecc... niente è scontato e/o dovuto e tutto può essere occasione per essere felici, certo se scegliamo di esserlo, altrimenti si vivremo senza un briciolo di felicità... Ho divagato un po', certamente la Parsi non intendeva questo, è una psicologa e la sua lettura è attraverso questa porta totalmente umana
RispondiEliminaNon mi pare che l'autrice abbia detto che la felicità è irraggiungibile; ma solo che nella sfera umana non rappresenta un " continuum ", ma piuttosto degli attimi , dei momenti e che spesso bisogna immergerci nel pozzo della sofferenza per poi trovarla. Inoltre, col riferimento leopardiano ( pensa anche al " Sabato del villaggio") dice - e in modo esplicito- che la strada per raggiungere la felicità è ESSA STESSA felicità e che, " nella preparazione alla gioia sta l'autentico piacere".
RispondiEliminaNon ne fa una visione prettamente cristiano - cattolica ( non sarebbe questo genere di libri il luogo adatto ) che ripone la felicità nel seguire la via dell'insegnamento evangelico, ma non possiamo neppure escludere che il discorso possa ( in altra sede ) essere continuato.
( Di sfera in sfera, come fa Dante nel rappresentarci il Paradiso ).
E in questo testo potrebbero essercene le premesse.
Grazie per l'intervento.