Tu sei diventato il mio ricordo…
NON SAPPIAMO CONGEDARCI
Non sappiamo congedarci -
vaghiamo sempre spalla a spalla.
Ormai comincia a imbrunire,
tu sei pensoso, io taccio.
Entriamo in chiesa, vediamo
messe funebri, battesimi, nozze,
senza guardarci usciamo.
Perché per noi non è così?
O sediamo sulla neve sfatta
al cimitero, sospiriamo lievemente;
col bastone tu disegni palazzi
dove insieme sempre saremo.
***
NOTTE DEL VENTUNO. LUNEDI'
Notte del ventuno. Lunedì.
La città è immersa nel buio.
Un qualche burlone ha scritto
che c'è amore sulla terra.
E per pigrizia o per tristezza
tutti ci hanno creduto. E così vivono:
anelano incontri, temono i distacchi,
cantano amorose canzoni.
Ma diverso si rivela il mistero
e il silenzio calerà su ognuno.
Anch'io mi ci sono imbattuta per caso
e da allora sono sempre come ammalata.
***
OGNI GIORNO
Ogni giorno reca con sé
un'ora torbida e tesa.
Parlo con la mie pena a voce alta,
senza aprire gli occhi assonnati.
Ed essa batte come il sangue,
riscalda come il respiro,
come l'amore felice
è giudiziosa e cattiva.
***
NE' MISTERO NE' DOLORE
Né mistero né dolore
né volontà sapiente del destino:
sempre quell'incontrarci ci lasciava
l'impressione di una lotta.
Ed io, indovinato dal mattino
l'attimo del tuo arrivo,
percepivo nei palmi socchiusi
il morso leggero di un tremito.
Con dita arse sgualcivo
la variopinta tovaglia del tavolo:
capivo fin da allora
quanto è angusta questa terra.
***
AH, TU PENSAVI CHE ANCH' IO FOSSI UNA
Ah, tu pensavi che anch'io fossi una
che si possa dimenticare
e che si butti - pregando e piangendo -
sotto gli zoccoli di un baio.
O prenda a chiedere alle maghe
radichette nell'acqua incantata,
e ti invii il regalo terribile
di un fazzoletto odoroso e fatale.
Sii maledetto. Non sfiorerò coi gemiti
o sguardi l'anima dannata,
ma ti giuro sul paradiso
sull'icona miracolosa
e sull'ebrezza delle nostre notti ardenti:
mai più tornerò da te.
***
C' E' IN ME UN RICORDO
C'è in me un ricordo come un sasso
che biancheggia nel fondo del pozzo.
Né più voglio e non posso lottare:
quel sasso è il dolore,
quel sasso è l'amore.
Se guardi da vicino i miei occhi
subito lo scorgi: ti fai grave e pensoso
come per un triste racconto.
Sento che gli dei hanno mutato
gli uomini in cose, senza uccidere
la loro imprevidenza, affinché vivano
eterni stupendi dolori. Tu sei diventato
il mio ricordo.
Anna Achmatova ( da Raccolte diverse )
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