sabato 2 febbraio 2019

REVERSE

 
 

                               Se quella che cerco sei tu, vieni protetta da  un cielo…


Tutto di te è duro cielo. M' abbracci
nella caduta quasi, quando nubi
e strade precipitano in uno stesso
declivio. Contro il filo d' una musica
tanto tempo cercata e ritrovata
nella morte - con desiderio - soffi
nella radice oscura, allora sorgi
in trasparenza. L'acqua è meno fiume.


                                               ***


EPIFANIA DELL' AZZURRO

C'è un colore azzurro dietro la casa,
ma non sai più da dove sia venuto:
da una barca ricoperta di viole
o dal mandorlo che si apre come una colombaia.

Allora non sai più da dove è venuto tutto,
chi fece il volo degli uccelli
o i sogni della bella addormentata;
chi ti guarda nascosto dietro la memoria?

Nel colore ti avvicini all'origine
di ciò che ha perso le orme;
esci nel cortile e tocchi la sua epifania
che ti sale nelle mani come la prima volta.


                                             ***


FRA ALBERI

Se quella che cerco sei tu,
vieni nella notte di cangianti riflessi;
se sei il corpo amato,
avanza fra gli alberi, fra le canzoni.

Qui ti attende un tempo
ormai privo di fiabe,
un corpo castigato dalla vita
e dai rovi dei sentieri.

Se quella che verrà sei tu,
lasciami un segno fra gli alberi:
un velo bianco, una traccia di polvere
mi basteranno nella mia miseria.

Vieni che la morte attende,
come magnifica foresta attende;
se quella che cerco sei tu,
vieni protetta con un cielo.


                                          ***


METAMORFOSI DEL GIARDINO

Del giardino d'estate
ci rimane la cenere,
appena questo abisso
da dove non si vedono altro che bianchi trifogli.
Malgrado la morte,
qualcuno canta a un paese sconosciuto:
forse nel suo dolore c'è la sorte,
quel destino che a noi era negato.
Tutto è polvere ormai nelle nostre mani,
canzone: non cercare più, non sperare;
teniamo la libellula
senza sognare che duri la stagione.
Il giardino senza scale
conserva i beni e i mali;
ma non c'era qui una primavera,
un corpo che slittava tra gli alberi?


                                                 ***


TACERE E' BELLO

Tacere è bello - a volte -
nella disgrazia, quando il cuore
riconosce i suoi fiori
nella notte incantata;

e ascoltare appena quella musica
dei giardini insonni,
mentre cadono le foglie
che vigili - in un tempo diverso - mi conducono.

Tacere è bello, allora,
sentire la polvere amata
che passa in un cielo innumerevole
nella notte mortale o il disincanto.

Dire niente, guardare nei sogni
la penombra del bosco
come un'ala che si apre
dall'azzurro profondo dei suoi fiori.

Oh tu che regni nella notte,
rosa del paradiso che non torni,
lasciami ascoltare il tuo magico incanto
attraverso le vie della neve.

Dimmi - nel tuo perduto corpo - che azzurro
mi avvolgerà, - dimmi - c'è un'altra forma
per non morire a parte il canto
che in solitudine si svela?

Tacere è bello nella disgrazia
sotto l'ombra confusa,
e aspettare che chiuda i nostri occhi
il cielo sconfinato delle fiabe.



                    Giovanni  Quessep       da        Brasa lunar



2 commenti:

  1. Musica molto bella, versi intensi e coinvolgenti

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  2. Mi affascina molto l' " uso" che questo poeta fa delle piccole- grandi cose del
    quotidiano… E la grazia. " Tacere è bello nella disgrazia e aspettare che chiuda i nostri occhi il cielo sconfinato delle fiabe…"
    Grazie del commento.

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