venerdì 22 febbraio 2019

LE PAROLE DEI BAMBINI ( Introduzione ) 2


(..)Non temono la guerra perché dentro di loro si agita ogni guerra
    Potrebbero semmai patirla nel corpo poiché nell'anima già la
    conoscono, e da sempre quale disagio - angoscia per la 
    presenza - assenza, per il possesso del seno materno - terra -
    madre  che sfama, sapere- fonte che allatta - e quale conflitto 
    coi genitori, a cui assistere senza poter far nulla. I bambini
    odiano e vorrebbero eliminare, ma poi fanno resuscitare ogni
    avversario quando non è più pericoloso. I bambini hanno la
    prudente seduttività e l'apparente  rassegnazione dei deboli, ma
    agiscono col senso di onnipotenza dei despoti e manifestano la
    vocazione al martirio dei santi. Progettano fughe e ritorni, se
    delusi o feriti fantasizzano delitti di gelosia e vendetta, ma sanno
    poi sorridere al perdono per tutto dimenticare, poiché l'amore è
    alfa e omega. E' l'alfabeto per sempre.
    I bambini non temono la fame: sono la fame. Hanno fame di
    presenza come di cibo, hanno fame di cibo come d'affetto.
    Conoscono ogni possibile fame poiché è da sempre che l'essere
    umano patisce - nell'infanzia - l'abbandono e la cacciata dal
    paradiso terrestre del grembo materno. Sanno della fame poiché
    sono primordiali come Adamo ed Eva ed osano assaggiare l'
    albero della Conoscenza; si fanno tentare dall'esperienza  di 
    Dio, dal sapore del Bene e del Male,dal richiamo della Bellezza.
    I bambini aspirano alla pace e la realizzano nell'atto di creare
    e credere. Non attendono il Messia poiché ogni bambino è un
    messia e un messaggero. I bambini considerano l'infanzia un
    territorio su cui scorrazzare, un segreto armadio, una profonda
    grotta in cui rifugiarsi e attendere il tempo della crescita, la
    nascita del mondo degli adulti.
    I bambini considerano l'infanzia carta di giornale da ritagliare
    in cavalli, pupazzi e soldatini; foglio bianco da ricamare e
    imbrattare con colori e poesie; musica di rumori quotidiani, di
    sapori e odori che accentuano i bisogni e i ricordi; di corpi da
    esplorare nei giochi di penombra e del dottore; di feste e torte,
    di doni e Natali, di passeggiate, gite e vacanze.
    I bambini considerano l'infanzia un lutto di nonni che muoiono,
    di cani e gatti che muoiono, di vecchi che muoiono e- a volte -
    per male malissimo - anche di giovani che bisogna sotterrare
    tra i fiori dei cimiteri. Fiori che appassiscono e muoiono anche
    loro. I bambini vivono l'infanzia come un succedersi di distacchi
    e di arrivi. Soprattutto distacchi.
    I bambini considerano l' infanzia la bugia delle bugie. Non
    esistono bambini bugiardi perché i bambini abitano le bugie.
    Non raccontano bugie ma fiabe, perché sono fatti di fiabe.
    I bambini si specchiano accanto al genitore e si riconoscono
    solo perché nello specchio riconoscono il padre o la madre, il
    padre e la madre insieme, che stanno accanto a loro " Se quella
    è mia madre ( o mio padre ), quello accanto a lui sono io." (…)


              Maria Rita Parsi  ( Introduzione a ) Le parole dei bambini


  

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