sabato 9 febbraio 2019

ELOGIO DEL FALLIMENTO 1

 
 

" Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dalle spine o fichi dai rovi? Così, ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi. Un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li potrete riconoscere. "  Matteo 7, 16-20


(…) Il frutto e l'albero. Il problema della formazione è stato filtrato
       frequentemente da questa immagine. Come un albero può dare
       i suoi frutti? Come un albero può diventare capace di generare
       frutti? Conosciamo l'ira di Gesù verso l'albero di fico che non
     sa fruttificare e la sua condanna alla sterilità eterna.E' la stessa
     ira che anima - in una celebre parabola evangelica -la stizza del
     padrone dei campi di fronte a colui tra i suoi servitori che ha
     preferito seppellire il suo talento per conservarlo, anziché
     rischiare di farlo fruttare. Per " paura", per paura ha deciso di
     seppellire il denaro consegnatogli dal suo padrone, precisa il
     servitore. Ha scelto di sotterrare la sua quota per paura di
     perdere tutto. E' la paura che frena la vita nel generare i suoi
     frutti. E' la paura che ha spinto l'uomo a interrare il denaro. E'
     la paura, l'assenza di fede che insterilisce l'albero.
   " Chi più ha, più avrà! " insiste invece Gesù, esasperando
     volutamente la radicalità del suo messaggio : solo l'esposizione
     dell'esistenza al rischio della nuda fede rende possibile la
     generatività; solo la spinta a dare i propri frutti rende la vita
     degna di essere vissuta.
     Ma non è questa forse una possibile definizione analitica del
     desiderio ? Non è il desiderare la forza della nuda fede?. Chi
     più ha fede, chi più rischierà sulle sue possibilità, chi più si
     saprà esporre alla contingenza illimitata dell'esistenza, all'
     imprevisto, alla sorpresa dell'incontro; chi più avrà questa fede,
     la nuda fede del desiderio, più saprà rendere le possibilità
     davvero possibili, " più avrà" sostiene Gesù. Altrimenti c'è il
     destino del fico che perde l'appuntamento col desiderio. Perchè
     è sempre" adesso" che si tratta di dare i propri frutti.Non chissà
     quando, non più tardi, non quando sarò sufficientemente maturo
     Tra le foglie del fico non c'è un solo frutto. Il fico è allora
     maledetto per l'eternità perché ha mancato il tempo della
     soddisfazione.Il suo destino manifesta così il destino che attende
     quell'esistenza che riduce la sua vita alla mera sopravvivenza
     biologica, alla conservazione di sé, alla difesa strenua di quello
     che già ha. Il talento resta assente, viene sepolto sotto terra.
     Per paura, dicevamo. L'arretramento della vita, l'assenza di
     possibilità, la rinuncia alla speranza, la rassegnazione, il
     ripiegamento mortifero e depressivo sono tutte strategie di
     evitamento del rischio del desiderio.  (…)


                    Massimo Recalcati    da     Elogio del fallimento


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