Quando tutti e due saremo alberi...
METAMORFOSI
Una delle prime cose che farò
quando tutt'e due saremo alberi
sarà dimenticarti
ma senza whisky e senza psicoanalisi.
No, saprò dimenticarti
donando le foglie più casuali,
ribelli, irregolari
alle schiere di passeri sui rami
e - vedrai - saprò dimenticarti
come ho già dimenticato
gli immani soffi atlantici
le diastoli e le sistoli del mare
che si tende o si apre
di sei ore in sei ore
così che ogni giorno quattro volte
avanza e si ritira.
Io e te con le facce come
cortecce di rughe
buchi da sembrare tane
e radici del buio più ptrofonde
io e te saremo entrami bravi a dirci
come siamo stati
portatori nel complesso sani
d'abbandoni e resistenze.
E così, rimanendo tali e quali,
fruste di salici, ali
potremo all'infinito ricordarci.
***
VECCHI GIOCHI
Dalle cose, ho divorziato.
Le compro, mi cadono, ne rompo
l'involucro e via
nel cassonetto
oppure le sposto e le trasloco
come un vecchio gioco,
così mi sento l'uomo
più adatto a conquistare
l'assoluto non essere che sono.
Ma come sanno vendicarsi, loro!
Un inciampo improvviso del tono
le scioglie nel più roco
sprofondo della voce,
pretende che le cose
conversino al mio posto
dall'angolo di mondo più remoto.
***
QUESTI GIORNI
Le giornate ti avvisano negli angoli
più innocui
e ti presentano conti esagerati,
sintonie mancanti.
Le giornate sono gorghi
capaci di ingoiarti
e dopo non lo prendi più, non lo raccogli
il tempo di scavare
radici, buche, tane
nel terreno segreto delle cose.
Trame d'attese improbabili, storie
senza coscienza e senza
che torni una vera
vita di natura,
delle volte.
***
ABBEY ROAD
Se è questo il mio giorno fatale
o un giorno abbastanza importante
da ricordare alba e colore
tutt'intorno delle piante
secco nelle arie
prima quasi assenti
e poi pungenti
che dobbiamo alzarci i baveri
ricoprire d'unguenti.
Se è questo il giorno più importante
per occhi, naso e sentimenti
è meglio che sia un giorno
di circostanza povere
fra salici sbilenchi
una palude di pozzanghere
questo muretto circondato di sterpaglie
e l'asfalto tutto crepe
dove riconciliarci con la sete
dei fratelli persi chissà dove.
A santificare
un giorno uguale
in pegno posso offrire
le mie scarpe ormai cinquantenarie
le stesse di George Harrison
sulla copertina di Abbey Road.
***
NELLO SPECCHIO
Nello specchio stamattina ho visto
un sorriso che non conosco.
Mi sono insaponato,
lavorato di rasoio
e alla fine ho ridato faccia d'uomo
al topo color cenere che sono,
i baffi vibratili sul naso,
gli occhi due buchi senza fondo
e le labbra aperte sugli spigoli
della chiostra di dentini dove esploro
il mio squittìo di primo buongiorno.
Sarà che il mondo
è pieno di ambulanze, ma
- Nessun problema! - ho urlato,
non fosse per lo sguardo
intimo e privato
che dilapida anche adesso nel riflesso
questo gioco di ruolo del mio sogno.
Alberto Bertoni da L' isola dei topi
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