martedì 12 luglio 2022

RESTA QUEL CHE RESTA

 


                                                 Quando tutti e due saremo alberi...




METAMORFOSI


Una delle prime cose che farò

quando tutt'e due saremo alberi

sarà dimenticarti

ma senza whisky e senza psicoanalisi.


No, saprò dimenticarti

donando le foglie più casuali,

ribelli, irregolari

alle schiere di passeri sui rami

e - vedrai - saprò dimenticarti

come ho già dimenticato

gli immani soffi atlantici

le diastoli e le sistoli del mare

che si tende o si apre

di sei ore in sei ore

così che ogni giorno quattro volte

avanza e si ritira.


Io e te con le facce come

cortecce di rughe

buchi da sembrare tane

e radici del buio più ptrofonde

io e te saremo entrami bravi a dirci 

come siamo stati

portatori nel complesso sani

d'abbandoni e resistenze.


E così, rimanendo tali e quali,

fruste di salici, ali

potremo all'infinito ricordarci.



                                   ***


VECCHI GIOCHI


Dalle cose, ho divorziato.


Le compro, mi cadono, ne rompo

l'involucro e via

nel cassonetto

oppure le sposto e le trasloco

come un vecchio gioco,

così mi sento l'uomo

più adatto a conquistare

l'assoluto non essere che sono.


Ma come sanno vendicarsi, loro!

Un inciampo improvviso del tono

le scioglie nel più roco

sprofondo della voce,

pretende che le cose

conversino al mio posto

dall'angolo di mondo più remoto.



                                       ***


QUESTI GIORNI


Le giornate ti avvisano negli angoli

più innocui

e ti presentano conti esagerati,

sintonie mancanti.


Le giornate sono gorghi

capaci di ingoiarti

e dopo non lo prendi più, non lo raccogli

il tempo di scavare

radici, buche, tane

nel terreno segreto delle cose.


Trame d'attese improbabili, storie

senza coscienza e senza

che torni una vera

vita di natura,

delle volte.



                                  ***


ABBEY ROAD


Se è questo il mio giorno fatale

o un giorno abbastanza importante

da ricordare alba e colore

tutt'intorno delle piante

secco nelle arie

prima quasi assenti

e poi pungenti

che dobbiamo alzarci i baveri

ricoprire d'unguenti.


Se è questo il giorno più importante

per occhi, naso e sentimenti

è meglio che sia un giorno

di circostanza povere

fra salici sbilenchi

una palude di pozzanghere

questo muretto circondato di sterpaglie

e l'asfalto tutto crepe

dove riconciliarci con la sete

dei fratelli persi chissà dove.


A santificare

un giorno uguale

in pegno posso offrire

le mie scarpe ormai cinquantenarie

le stesse di George Harrison

sulla copertina di Abbey Road.



                                ***


NELLO SPECCHIO


Nello specchio stamattina ho visto

un sorriso che non conosco.

Mi sono insaponato,

lavorato di rasoio

e alla fine ho ridato faccia d'uomo

al topo color cenere che sono,

i baffi vibratili sul naso,

gli occhi due buchi senza fondo

e le labbra aperte sugli spigoli

della chiostra di dentini dove esploro

il mio squittìo di primo buongiorno.


Sarà che il mondo

è pieno di ambulanze, ma

- Nessun problema! - ho urlato,

non fosse per lo sguardo

intimo e privato

che dilapida anche adesso nel riflesso

questo gioco di ruolo del mio sogno.




                  Alberto  Bertoni   da    L' isola dei topi




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