Munzir e Mustafà mutilati nella guerra in Siria
(...) Questa è la guerra. Morti, e ancora di più feriti, quattro feriti per ogni morto, dicono le statistiche. I feriti sono il " lavoro incompiuto" della guerra, coloro che la guerra ha colpito ma non è riuscita ad uccidere: esseri umani che soffrono, provano dolore e disperazione. Li ho visti, uno dopo l'altro, in migliaia, sfilare nelle sale operatorie. Guardarne le facce e i corpi sfigurati, vederli morire, curare un ferito dopo l'altro mi ha fatto capire l'unico contenuto della guerra, lo stesso in tutti i conflitti. Milioni di esseri umani che vengono uccisi, feriti, mutilati, che si ritrovano senza più nulla, poveri e affamati, costretti a fuggire.
" La guerra piace a chi non la conosce" scrisse cinquecento anni fa l'umanista e filosofo Erasmo da Rotterdam. Per oltre trent'anni ho letto e ascoltato bugie sulla guerra. Che la motivazione - o più spesso la scusa - per una guerra fosse sconfiggere il terrorismo o rimuovere un dittatore, oppure portare libertà e democrazia, sempre me la trovavo davanti nella sua unica verità : le vittime. In guerra è impossibile contare veramente i morti ed è difficile anche fornire dati precisi per molto tempo dopo la sua fine. C'è stato, nel secolo più violento della storia umana, un mutamento della guerra e dei suoi effetti. I normali cittadini sono diventati le vittime della guerra - il suo risultato concreto - molto più dei combattimenti . (...)
Gino Strada da Una persona alla volta
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