(...) Ce lo si dimentica, ma anche noi umani abbiamo un cuore, e persino la capacità di silenzio: è vero. Gli animali sono educatori del cuore. Gli alberi del suo silenzio.
Non si incontrano di frequente persone con il cuore vivo. Ci sono tantissime persone intelligenti e anche attente e perfino sensibili, ma il cuore vivo è una qualità piuttosto rara. Anche perché varia: un giorno lo è, e il giorno dopo no; un giorno dorme e il giorno dopo è ottuso; un giorno canta e poche ore dopo piange. Però, quelli sono i climi del cuore. Il cuore è una dimora, ma non ha muri: è sconfinato. Per questo è anche pericoloso, perché invece il corpo i confini li ha e vanno rispettati. Il cuore ha un'apertura e una chiusura flessibili, ha i cardini. Il cuore può essere addestrato come si fa con un cavallo, o coltivato come si fa con un orto.
Quand'ero piccola, mi è stato detto spesso che ero senza cuore. Per questo, ho cominciato a stendere una mappa molto precisa del tragitto verso il cuore, o quello che penso sia il cuore. E' importante sapere da dove partiamo, riconoscere l'aridità del terreno o la focosità del cavallo, senza falsità né virtuosismi. Fare l'opposto di quello che sentiamo davvero: fare i buoni, i virtuosi, è creare una persona artificiale che prima o poi mostrerà i denti o distribuirà bocconi di veleno avvolti in carta argentata. Coltivare il cuore significa prima di tutto essere consapevoli di cosa sentiamo, essere onesti fino ad arrossire: a noi stessi possiamo dirlo. Ogni malvagità o meschinità accolta nella consapevolezza del cuore si trasforma in qualcosa di diverso. Scopriamo che dietro ci sono una paura e un tremore antichi e negati, oppure che c'è pronto un silenzioso clown che ci indica quanto siano anche umoristiche la nostra cattiveria, gelosia, invidia, tetraggine, falsità. Mai forzare però : chi forza crea quella stucchevole sensazione di accoglienza di tutto che è solo dimostrativa, mentre in realtà dimostra un'avidità di sottomettere tutti quanti alle proprie maestrie di prestigiatore del sorriso e dei bei gesti.
Partire da dove si è e augurarsi il bene è opera di bonifica. (...)
Chandra Livia Candiani da Questo immenso non sapere ( Conversazioni con alberi, animali e il cuore umano )
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