lunedì 25 luglio 2022

IL CERCHIO DELLA VITA ( santuario del transitorio )


                                                Non chiedermi perché a te mi stringo...



                                          

Io vi parlo da questa 

inospitale zona del sentire.

Sì, questo scrivere pare mi annienti

a poco a poco, ma

mentre mi invento un vivere migliore

m'abituo a questo fuoco con cui gioco

da tempo ormai. Noi siamo solo ostaggi

del provvisorio.

Non è una fuga nell'irrazionale

bensì si tratta solo di guardare

l'invisibile che si spoglia e addita

lì dove vita e morte si coagulano

in un tutt'uno.

Io dentro queste parole ci vivo.

E muoio, a volte.

In quest'antro mi nascondo,

venite a prendermi se ci riuscite.



                                   ***


Occorre negoziare con l'orrore del nulla.

Con la debita distanza e cautela

avvicinarla e rendersela amica

questa fanciulla fascinosa, immensa,

Invitarla una volta tanto, dirle

una bella parola. Non la solita

amara, cinica

folgore che stride strazia corrode.



                                       ***


Non è di te che penso. Penso ad altro,

a questa indenne e magica insistenza

con la quale mi ostino a non desistere.

A volte - è vero -

sì ti bramo, ma sei inabbordabile.

Sembri lontana come una galassia

ci diamo un nome appena e tante ipotesi,

anche se - a dire il vero - ne sappiamo ben poco

di quanto accada, quale vita pulsi,

ammesso che sia possibile una vita,

ma questo è già un altro paio di maniche.

Tu non hai colpa alcuna di quel che avviene, sei

innocente e candida come il camice

del macellaio.

Sei così come sei, e basta. Insormontabile

un silenzio lunare adesso ci divide.



                                          ***


Queste sono parole di ossidiana...

idilli brilli e sconquassati invero,

tutti intenti a tradire più che a dire,

o sbaglio? Sii sincera con me, dimmi

i drammi che ti stritolano, dammi

una ragione in più per non demordere;

se vuoi t'offrirò un altro giro ancora.

Vomiteremo infine sull'aurora

o al chiar di luna. Il resto poco importa.



                                        ***


Senti, parliamone da vecchi amici:

aiutiamoci a vicenda. Ti chiedo

di riprovare ad essere felici,

una migliore soluzione non vedo.


Sono un ladruncolo di tamerici.

A volte faccio il gradasso, poi cedo

al tuo cospetto. " Maledetto " dici

" ti rodi il fegato e il cuore allo spiedo.


Infilzi, crogiolandolo al lentissimo

rogo dei tuoi rimorsi, i quali fingono

di non esserci... poi stai malissimo."


Di nero allora io tutto dipingo,

affogo nel mio fango e non è il massimo.

Non chiedermelo perché a te mi stringo.


Io rimango ramingo.

Né come uomo né come poeta

giungerò mai all'agognata meta.




                         Alessandro  Salvi   da   Santuario del transitorio



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