lunedì 4 luglio 2022

LA SEDUZIONE DELL' ANALISTA 1



                                                                     Aldo Carotenuto



UN RAPPORTO PARTICOLARE


(...) Così come l'esperienza amorosa, anche l'esperienza analitica rimanda a un passaggio nella morte, assunta come metafora di un processo di trasformazione, la trasformazione attraverso la quale il soggetto ristruttura la propria personalità sulla base di una nuova dinamica intrapsichica. Muta il rapporto tra il complesso dell' Io e gli altri complessi, così che può mutare l'atteggiamento della coscienza nei confronti dell'inconscio, dell'altro da sé e del mondo. Balint ( Psicoanalista ungherese ) definisce " nuovo ciclo" il rinnovato assetto psichico del paziente che, con l'elaborazione delle difese strutturate per poter amare " al riparo dall'angoscia ", può finalmente espandere la propria capacità di amare e di godere più pienamente l'esistenza.

Così come la seduzione amorosa, avvertita come minaccia destabilizzante può suscitare reazioni difensive, anche la seduzione dell'anima ( intesa come capacità di insediarsi stabilmente nell'immaginario di un altro - genitore, amico, amante, n.d.r. ) e il suo richiamo al cambiamento può generare angosce e resistenze nell' Io : la paura della distruzione della " vecchia" coscienza arriva a bloccare lo sviluppo del processo. Perché inconsciamente ogni  paziente sa che il processo curativo avviene tramite la dissoluzione di quegli assetti interni, di quelle strutture difensive che costituiscono per lui - al presente - la base del suo, seppur fittizio, equilibrio. Gli elementi che hanno dominato fino a qual momento la vita dell'anima, devono dissolversi per fare spazio a nuovi sviluppi. Questo processo di decomposizione in vista di una ricomposizione ignota fa molta paura : qualcosa deve morire, e con essa parte di noi. Sembrerebbe che non ci sia nulla da perdere nel rigettare da sé quelle costruzioni, quegli abiti mentali, quelle difese che hanno ostacolato a tal punto lo sviluppo della persona da richiedere un intervento terapeutico. Eppure, ogni identificazione con oggetti interni " cattivi" - seppure patogena - costituisce comunque un modello di adattamento al mondo, un modello identificativo : soffro, mi affido sempre alla persona sbagliata, non riesco a innamorarmi, ho sempre lo stesso incubo... dunque " Sono ". La coazione a ripetere che rinchiude l'individuo nel circolo karmico degli errori, delle ricadute, del destino negativo, diventa alla fine un modo di asserire la propria esistenza, la propria identità. Un modo di restare fedele al proprio fantasma e di ottenere in cambio un bene vicario, l'illusione dell'amore, l'illusione dell'accettazione, l'illusione di esistere. Ed è difficile lasciar cadere le illusioni. (...)



     Aldo Carotenuto  da      Rivista di psicologia analitica




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