ricordo
aveva un nome altro il tempo
benedetto dall'assenza del tuo nome -
leggero il tocco siderale del silenzio
pulito il tratto dell'ultimo orizzonte
la mano ferma
you can ( not ) handle this
il cuore saldo
you can ( not ) face this
la fede intatta
you can ( not ) shields this
eppure
non era certo vita questo nome
l'abulico affidarsi alle derive
il dolce consegnarsi alla narcosi
lo specchio vuoto dietro le cortine.
***
per quell'addio
io l'ora l'avrei scelta un po' più tarda
un tempo a caso
tra quelli che confidano notturni
e stanno aperti
come conflitti in terra di nessuno
porte di templi
dove l'ascesi è ancora orizzontale.
***
tutto ciò che in fondo resta alla fine di ogni cosa
è la luce del silenzio che ricuce le ferite
non è dato prevedere la misura del dolore
questa mano non è ferma
non è saldo questo cuore
e la fede si frantuma al richiamo dell'errore
ciò che resta fino in fondo quando tutto il resto è niente
è l'odore dei ricordi crocefisso dentro i versi.
***
se non avessi ucciso la parola
che ci esplorava a tratti gli endocosmi
avrei saputo forse consegnare
il giusto paio d'occhi a quella morte
che è scivolata lenta dentro il gorgo
senza uno sguardo muto da evitare.
***
non conosco la parola che stenografi il dolore
che coaguli in grafemi l'infezione dei pensieri
forse è nota di chiusura di volumi fuori stampa
un lessema desueto in idiomi che non parlo
resta vuota la casella, confessione non siglata
un silenzio raggrumato che ristagna tra le ossa.
Maria Laura Valente da La memoria del dolore
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