sabato 2 luglio 2022

CAMPOSANTO DEGLI INGLESI

 


                                                     Cimitero degli Inglesi -   Firenze




Ancora, quando fa sera, d'ottobre,

e pei viali ai platani la nebbia,

ma leggera, fa velo, come a questi nostri 

tempi, fra i muri d'edera e i cipressi

del Camposanto degli Inglesi, i custodi

bruciano sterpi e lauri secchi.

Verde

il fumo delle frasche

come quello dei carbonai nei boschi

di  montagna.


Morivano

quelle sere con dolce strazio a noi

già un poco fredde. Allora m' era caro

cercarti il polso e accarezzarlo. Poi

erano i lumi incerti, le grandi ombre

dei giardini, la ghiaia, il tuo passo pieno e calmo

e lungo i muri delle cancellate

la pietra aveva - dicevi - odore d'ottobre e il fumo

sapeva di campagna e di vendemmia.

Si apriva la tua cara bocca rotonda nel buio

lenta e docile uva.


Ora è passato

molto tempo, non so dove sei, forse vedendoti

non riconoscerei la tua figura. Sei certo 

viva e pensi talvolta a quanto amore

fu, quegli anni, tra noi, a quanta vita

è passata. E talvolta al ricordare

tuo, come al mio che ora ti parla, vana

ti geme - e insostenibile - una pena,

una pena di ritornare, quale

han forse i poveri morti, di vivere 

là, ancora una volta, rivedere

quella che tu sei stata, andare ancora

per quelle sere di un tempo che non esiste più,

che non ha più alcun luogo.


Anche se scendo a volte per questi viali

di Firenze dove ai platani la nebbia,

ma leggera, fa velo, e nei giardini

bruciano i malinconici fuochi d'alloro.



              Franco  Fortini     da     Poesia e errore, 1947



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