mercoledì 6 luglio 2022

QUESTO IMMENSO NON SAPERE DI CHANDRA 4

 

(...) Già, ma così potrebbe sembrare che solo io so cos'è e dov'è il cuore e come funziona: sarei una specie di immusonito cardiologo spirituale. Quindi, è bene dire come ho steso la mappa per andare al cuore e cosa ho trovato. La mappa si stende ogni volta che si sente male: il punto di partenza è il crepacuore, quando si smette di far finta di niente a ogni frecciata, a ogni graffio, ferita e pugnalata.

Succede  dopo averne prese tante da sembrare uno scolapasta approssimativo e dopo essersi accorti che non è utile a nessuno. Perché ad un certo punto si smette di guardarsi attorno con aria torva e si decide di osservare il male anziché scovare il malfattore. Allora, si scopre un percorso multiforme fatto di sensazioni vergognose - di abbandono, vendetta, fallimento, rivincita, desertificazione, furore -, e di crepe freddissime e di zone quiete, un po' lacustri un po' paludose, sospese sopra la terra della propria storia, fatte di spiazzi aperti con ampia vista, dove il sentire diventa limpido e solo, senza narrazione. Poi si respira dentro al  male raccolto e anche dentro a quello inferto ( che non fa meno male ) e allora si allarga la trama del tessuto, le sensazioni si stemperano e si intravede un orizzonte, e se è molto buio, anche la luce delle stelle. Procedendo sempre a cavallo del respiro. Quando si stendono mappe celesti, del tipo : la prossima volta che vai in pezzi, non cercare di restare insieme, spolverati sul paesaggio interiore finché scopri un puntino intatto. Credo proprio che si chiami cuore o luogo fondamentale o nucleo inviolabile o orto della tenerezza. Quando chiudi gli occhi, lascia andare ricordi e anticipazioni e resta nella vastità dello spazio, senza darle nomi.

Ci sono poi le mappe terrestri: la prossima volta che ti colpiscono, anche con uno spillo nascosto nella manica del sorriso, urla forte. " Ahi! ", poi gira le spalle e vattene al più presto. Oppure mappe d'emergenza: ferma la mano di chi sta per colpire, spostati e lascia che il colpo cada nel vuoto; fai un silenzio così profondo che il colpo trovi ad aspettarlo solo l'eco. Ma anche. prima di colpire, rifletti. Prima di colpire, esita. prima di colpire, ricordati che male fa. Trasforma il colpo in parola precisa e disarmata. Aggiungi alti dosaggi di silenzio, di ascolto di cosa senti davvero in quel preciso, instabile momento.

In sintesi, sapere cosa sia e cosa senta il cuore è una faccenda di cicatrici: segui la cartina muta delle ferite e trovi il luogo spoglio che chiamiamo cuore. Da lì in poi, guardati intorno e parla pure. Lascia segnali per tutti gli altri che seguiranno le loro piste, le loro cicatrici per arrivare alla stessa spoliazione.  (...)



    Chandra  Livia  Candiani  da  Questo immenso non sapere ( Conersazioni  con alberi, animali e il cuore umano )



Nessun commento:

Posta un commento