lunedì 18 luglio 2022

STRAND CAMMINA UN PASSO DAVANTI AL BUIO




      Non ogni uomo sa cosa canterà alla fine...





LA FINE


Non ogni uomo sa cosa canterà alla fine,

guardando il mondo mentre la nave salpa, o cosa sentirà

quando sarà preso dal rombo del mare, immobile, là alla fine,

o cosa spererà una volta capito che non tornerà più.


Quando il tempo è passato di portare la rosa, coccolare il gatto,

quando il tramonto che infiamma il prato e la luna piena che gela

non compariranno più, non ogni uomo sa che cosa scoprirà al loro posto.

Quando il peso del passato non si appoggia più a nulla e il cielo


non è più che luce ricordata, e le storie di cirro

e cumulo giungono alla fine, e tutti gli uccelli stanno sospesi in volo,

non ogni uomo sa che cosa lo attende, o cosa canterà

quando la nave su cui si trova scivola nel buio, là alla fine.



                                                ***


LA VITA TRANQUILLA


Sei in piedi alla finestra.

C'è una nube di vetro a forma di cuore.

I sospiri del vento sono caverne in ciò che dici.

Sei il fantasma sull'albero di fuori.


La strada è muta.

Il clima, come il domani, come la tua vita,

è in parte qui, in parte per aria.

Non puoi farci niente.


La vita tranquilla non dà preavvisi.

Consuma i climi dello sconforto

e compare a piedi, non riconosciuta, senza offrire nulla,

e tu sei lì.



                                  ***


L' IDEA


Anche per noi esisteva un desiderio di possedere

qualcosa oltre al mondo a noi noto, oltre noi stessi,

oltre quanto sapevamo immaginare, qualcosa in cui

nondimeno potessimo riconoscerci; e questo desiderio

veniva sempre di sfuggita, nella luce che svaniva e,

e un freddo tale che il ghiaccio sui laghi della valle

si spaccava e si rovesciava, e la neve soffiata dal vento

copriva tutta la terra che riuscivamo a vedere,

e le scene del passato, quando riaffioravano,

non apparivano più come una volta, ma spettrali

e bianche fra false curve e cancellature celate;

e neppure una volta sentimmo di essere prossimi

finché il vento notturno non disse : " Perché falo,

specialmente adesso? Tornate da dove venite",

e allora apparve, con le finestre accese, piccola,

lontana fra gli anfratti di ghiaccio, una baita;

e ci fermammo lì davanti, stupefatti dal suo essere

lì, e ci saremmo fatti avanti ad aprire la porta,

e saremmo entrati nel lucore, a scaldarci, lì,

se non fosse che era nostra proprio non essendo

nostra, e che doveva restare vuota. Quella era l'idea.



                                          ***


TENENDO LE COSE ASSIEME


In un campo

io sono l'assenza

di campo.

Questo è

sempre opportuno.

Dovunque sono

io sono ciò che manca.


Quando cammino

divido l'aria

e sempre l'aria

si fa avanti

per riempire gli spazi

che il mio corpo occupava.


Tutti abbiamo delle ragioni

per muoverci

io mi muovo

per tenere assieme le cose.



                                          ***


CIO' CHE RESTA


Mi svuoto del nome degli altri. Mi svuoto le tasche.

Mi svuoto le scarpe sul ciglio della strada.

Di notte metto indietro gli orologi;

apro l'album di famiglia e mi vedo bambino.


A che giova? Le ore hanno fatto il loro dovere.

Dico il mio nome. Dico addio.

Le parole si inseguono nel vento,

amo mia moglie ma la caccio.


I miei genitori si alzano dai troni

nella stanza delle nuvole. Come posso cantare?

Il tempo mi dice ciò che sono. Cambio e resto lo stesso.

Mi svuoto della mia vita e rimane la mia vita.




             Mark  Strand   da  L'uomo che cammina un passo davanti al buio ( Poesie 1964 - 2006 .  Trad. di D. Abeni )




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