LA FINE
Non ogni uomo sa cosa canterà alla fine,
guardando il mondo mentre la nave salpa, o cosa sentirà
quando sarà preso dal rombo del mare, immobile, là alla fine,
o cosa spererà una volta capito che non tornerà più.
Quando il tempo è passato di portare la rosa, coccolare il gatto,
quando il tramonto che infiamma il prato e la luna piena che gela
non compariranno più, non ogni uomo sa che cosa scoprirà al loro posto.
Quando il peso del passato non si appoggia più a nulla e il cielo
non è più che luce ricordata, e le storie di cirro
e cumulo giungono alla fine, e tutti gli uccelli stanno sospesi in volo,
non ogni uomo sa che cosa lo attende, o cosa canterà
quando la nave su cui si trova scivola nel buio, là alla fine.
***
LA VITA TRANQUILLA
Sei in piedi alla finestra.
C'è una nube di vetro a forma di cuore.
I sospiri del vento sono caverne in ciò che dici.
Sei il fantasma sull'albero di fuori.
La strada è muta.
Il clima, come il domani, come la tua vita,
è in parte qui, in parte per aria.
Non puoi farci niente.
La vita tranquilla non dà preavvisi.
Consuma i climi dello sconforto
e compare a piedi, non riconosciuta, senza offrire nulla,
e tu sei lì.
***
L' IDEA
Anche per noi esisteva un desiderio di possedere
qualcosa oltre al mondo a noi noto, oltre noi stessi,
oltre quanto sapevamo immaginare, qualcosa in cui
nondimeno potessimo riconoscerci; e questo desiderio
veniva sempre di sfuggita, nella luce che svaniva e,
e un freddo tale che il ghiaccio sui laghi della valle
si spaccava e si rovesciava, e la neve soffiata dal vento
copriva tutta la terra che riuscivamo a vedere,
e le scene del passato, quando riaffioravano,
non apparivano più come una volta, ma spettrali
e bianche fra false curve e cancellature celate;
e neppure una volta sentimmo di essere prossimi
finché il vento notturno non disse : " Perché falo,
specialmente adesso? Tornate da dove venite",
e allora apparve, con le finestre accese, piccola,
lontana fra gli anfratti di ghiaccio, una baita;
e ci fermammo lì davanti, stupefatti dal suo essere
lì, e ci saremmo fatti avanti ad aprire la porta,
e saremmo entrati nel lucore, a scaldarci, lì,
se non fosse che era nostra proprio non essendo
nostra, e che doveva restare vuota. Quella era l'idea.
***
TENENDO LE COSE ASSIEME
In un campo
io sono l'assenza
di campo.
Questo è
sempre opportuno.
Dovunque sono
io sono ciò che manca.
Quando cammino
divido l'aria
e sempre l'aria
si fa avanti
per riempire gli spazi
che il mio corpo occupava.
Tutti abbiamo delle ragioni
per muoverci
io mi muovo
per tenere assieme le cose.
***
CIO' CHE RESTA
Mi svuoto del nome degli altri. Mi svuoto le tasche.
Mi svuoto le scarpe sul ciglio della strada.
Di notte metto indietro gli orologi;
apro l'album di famiglia e mi vedo bambino.
A che giova? Le ore hanno fatto il loro dovere.
Dico il mio nome. Dico addio.
Le parole si inseguono nel vento,
amo mia moglie ma la caccio.
I miei genitori si alzano dai troni
nella stanza delle nuvole. Come posso cantare?
Il tempo mi dice ciò che sono. Cambio e resto lo stesso.
Mi svuoto della mia vita e rimane la mia vita.
Mark Strand da L'uomo che cammina un passo davanti al buio ( Poesie 1964 - 2006 . Trad. di D. Abeni )
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