Mark Strand
Sedevo tra i rami freddi di un albero.
Ero senza vestiti, soffiava vento.
Tu eri lì sotto con un cappotto pesante,
il cappotto che hai adesso.
E quando l'apristi, scoprendo il petto,
tarme bianche presero il volo, e ciò che dicesti
in quel momento cadde a terra in silenzio,
la terra ai tuoi piedi.
La neve scendeva dalle nuvole sin nelle mie orecchie.
Le tarme del tuo cappotto volarono nella neve.
E il vento, sotto le mie braccia, sotto il mento,
piangeva come un bambino.
Non saprò mai perché
le nostre vite volsero al peggio, e neanche tu.
le nubi mi affondarono nelle braccia e le braccia
si sollevarono. si sollevano ora.
Oscillo nell'aria bianca invernale
e lo strido dello storno mi si stende sulla pelle.
Un campo di felci mi copre gli occhiali:li pulisco
per poterli vedere.
Mi giro e le foglie mutano colore con me.
Le cose non sono solo se stesse in questa luce.
Tu chiudi gli occhi e il cappotto
ti cade dalle spalle,
l'albero si ritrae come una mano,
il vento si adatta al mio respiro, ma nulla è certo.
La poesia che mi ha rubato queste parole dalla bocca
potrebbe non essere questa poesia.
Mark Strand da Motivi per muoversi ( Trad. Natàlia Castaldi )
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