lunedì 21 dicembre 2020

DIALOGHETTO DI NATALE

 


                                     Il corto respiro entra nel soffio universale...


I


Quel tuo laborioso affannarsi

sulla stagnola del lago e del fiumetto

che sudava acqua, ma davvero,

portento d'una tecnologia essenziale

nel gesso della pecorella e sul

cartone crespato della collina

con angeli intermittenti,

faville stuccate nel soave frattale

della loro metamorfosi,

era meraviglia,

allegria che vela la tristezza

in un silenzio di molte cose quiete.



                                               ***

II


Che le parole possano

ancora abitare nel tenue lume

di perla e turchese...

Coprano arbusti e ciocchi di faggio,

pronte all'uso di chi ne fa poltiglia

e le svende... le svende... le svende...


Siamo solo la buccia e la foglia

nel Natale,

un frutto attorno a cui scivola ogni cosa.



                                            ***

III


Ma per essere colpevoli di ciò che facciamo

dobbiamo essere colpevoli di ciò che siamo?

Come piccole bolle formate

al momento dell'incontro,

e poi svanite, viviamo in spazi

evanescenti nella paura

di non avere tempo per tutto;

non sappiamo che avere tempo

significa non avere tempo per tutto?



                                             ***

IV


Ogni candela è una stella.

In cima l' angelo di Wenders

precipita

credendo di volare.

Nello stesso prato

il bue cerca l'erba,

il cane vuole la lepre,

la cicogna fiuta il ramarro.

Siamo le carte

di un castello perfetto,

ognuna è un crollo,

il cedimento.

Una debolezza

si appoggia ad altre,

il corto respiro entra

nel soffio universale.



                                          ***

V


La cometa ha la forma

del bianco che resta sulla carta,

non di queste lettere di calendula

che pianto come chiodi.

E le dieci candele d'una stella

illuminano il foro senza fondo

della grotta mai colmato

da ciò che è solo iridescenza.

Il tempo ha tanta vita,

la vita ha poco tempo.

Ma non c'è vento benevolo

per il marinaio che non sa dove andare.

Quando il cuore può parlare

non occorre prepararsi.

Interroga, oh se interroga!

Non arriva a comprendere.



                                                   ***

VI


Non esistere

sarà forse impossibile.

Nel multiuniverso patchwork,

a pochi millimetri

dal nostro presepe,

un altro lo replica

con lane di pastori,

scintillìo di stagnola,

verde muschiato,

neniette a ricarica.

La luce batte e rimbalza

come in gabbia.

Mai lo vedremo,

mai sapremo

se ancora nella santa notte

le streghe alzino la selce

per farne malìe,

se chi nasce vince

l'esitare del vuoto.




       Renato  Minore   da   Quadernario ( Almanacco di poesia contemporanea )



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