sabato 26 dicembre 2020

LE SPEZIE DI LEONARD

 


                                                            E ti lascio partire per sempre...



SOTTO LE MIE MANI


Sotto le mie mani

i tuoi piccoli seni

sono i petti rovesciati

di passeri caduti, ansimanti.


Ovunque tu vada

io sento il suono di ali che si schiudono,

di ali che cadono.


Non ho parole

perché mi sei caduta accanto,

perché le tue ciglia sono la spina

dorsale di animali minuscoli e fragili.


Mi spaventa il momento

in cui la tua bocca

comincerà a chiamarmi cacciatore.


Quando mi chiamerai accanto a te

per dirmi

che il tuo corpo non è bello,

io voglio chiamare a testimoni

gli occhi e le bocche nascoste

di pietra e luce e acqua

contro di te.


Voglio

che consegnino ai tuoi piedi

la rima tremante del tuo volto

estratta dal profondo dei loro scrigni.


Quando mi chiamerai accanto a te

per dirmi

che il tuo corpo non è bello,

voglio che il mio corpo e le mie mani

siano piccoli laghi

per il tuo sguardo e il tuo riso.



                                             ***


DONO


Mi dici che il silenzio

è più vicino alla pace delle poesie,

ma se in dono

ti portassi il silenzio

( perché io conosco il silenzio )

diresti allora

" Questo non è silenzio

è un'altra poesia".

e me lo restituiresti.



                                           ***


COME LA BRUMA NON LASCIA CICATRICI


Come la bruma non lascia cicatrici

sul verde scuro della collina,

così il mio corpo non lascia cicatrici su di te, 

e non ne lascerà in futuro.


Quando vento e falco si incontrano,

cosa resta da impedire?

Così io e te ci incontriamo,

poi ci voltiamo, cominciamo a dormire.


Come molte notti resistono

senza stelle né luna, noi restiamo

quando l'altro va via e s'allontana.



                                              ***


UN AQUILONE E' UNA VITTIMA


Un aquilone è una vittima di cui puoi star certo.

L' ami perché tira

piano quanto basta a chiamarti padrone

forte quanto basta a chiamarti pazzo:

perché vive

disperato come un falco ammaestrato

nell'aria alta e dolce,

e puoi sempre richiamarlo

e rinchiuderlo in un cassetto.


Un aquilone è il pesce che hai già preso

nella vasca dove i pesci non vengono,

così ci giochi con attenzione, a lungo,

e speri che non si arrenda

o che non cali il vento.


Un aquilone è l'ultima poesia che hai scritto,

così l'affidi al vento,

ma non la lasci andare

finché qualcuno non ti trova

qualcos'altro da fare.


Un aquilone è un patto di gloria

da stipulare con il sole,

così ti fai amici il campo

il fiume e il vento

e preghi, per tutta la notte precedente,

sotto la luna che vagabonda va senza una corda,

così da renderti degno e lirico e puro.



                                             ***


I FIORI CHE HO LASCIATO NELLA TERRA


I fiori che ho lasciato nella terra,

quelli che non colsi mai per te,

oggi li richiamo tutti alla memoria :

che crescano per sempre,

non nelle poesie né nel marmo,

ma dove caddero e marcirono.


E le navi nei loro imponenti bacini,

immense e transitorie come eroi,

le navi che non potei mai comandare,

oggi le richiamo alla memoria:

che veleggino per sempre,

non in modellini né nelle ballate,

ma dove fecero naufragio e affogarono.


E il bambino sulle cui spalle sto,

la cui brama piegai

con pubblica, regale disciplina,

oggi lo richiamo alla memoria:

che si strugga per sempre,

non in confessione né in biografia,

ma dove fioriva,

crescendo scaltro e peloso.


Non è il rancore che mi porta lontano,

verso il rifiuto, verso il tradimento:

è la stanchezza, vado via perché sono stanco di te.

Oro, avorio, carne, amore, Dio, sangue, luna -

sono diventato il più esperto nel catalogo.


Il mio corpo un tempo così avvezzo alla gloria,

il mio corpo ora è un museo:

questa parte ora è ricordata grazie alla bocca di qualcuno,

questa per via di una mano,

questa per l'umidità, questa per il calore.


Chi possiede qualcosa che non creò?

La tua bellezza mi lascia indifferente

come le criniere dei cavalli e le cascate.

Questo è il mio ultimo catalogo.

Esalo l'esangue

Ti amo , Ti amo - 

e ti lascio partire per sempre.




                             Leonard  Cohen   da   Le spezie della terra



2 commenti:

  1. "Quando mi chiamerai accanto a te
    per dirmi
    che il tuo corpo non è bello,
    io voglio chiamare a testimoni
    gli occhi e le bocche nascoste
    di pietra e luce e acqua
    contro di te."

    Disposto a tutto per tributarti la bellezza dispersa
    ma che io custodisco come ieri, intatta,
    e che nessuno, tranne me,
    potrà più scorgere.



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  2. Ahimè : nessuno ha mai scritto per me versi così... né me li ha dedicati...

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