sabato 26 dicembre 2020

COORDINATE PER LA CRUDELTA'


 


        Rimetterò a te i debiti, gli sbagli...




Custodirò il tuo dolore, sino alla fine
nella penombra che rimane tra di noi, nel cielo nero
appeso fuori e scuro a ricordarmi il falso / il vuoto
a misurarmi il tempo / il poco che è rimasto dentro
dietro agli scuri chiusi ai groppi in gola e ai crampi.
Rimetterò a te i debiti / gli sbagli. I troppi inciampi.


***

Nel freddo tagliente delle frasi fatte
dentro al vuoto idiota delle pagine
il corto circuito del tempo è il punto d'arrivo.
la fine del progetto. nessuna furia devastatrice.
neppure ferite da portare indietro come trofei.


***

Solo la dissonanza ci descrive. un modo per dire
che tutto quello che è venuto a mancare - non l'amore
intendo ( non qui ), ma il rancore / la gola che brucia,
la voce inceppata, raccolta dietro i vetri,
fra i libri, o fra le giunture delle mani - è un altro
silenzio ancora / una memoria che dobbiamo - tu e io -
mescolare a questo rumore/ perché possa appartenerci ancora.


***

Una natura come questa spaventa. Ci sposta
in un angolo del paesaggio. Siamo la firma.
Le due lettere in basso tra scogliera e cielo.


***

Ho dimenticato ancora una volta le coordinate per la crudeltà.
Riprovo con i vetri aguzzi, il ghiaccio fra i denti,
l'incertezza /la resa. Abito vestiti soliti.
Con poche sfumature di grigio e di nero
per mimetizzarmi meglio con la ghiaia davanti a casa.


***

E' molto più onesto ora farsi da parte, dirsi fuori quota
per gare come questa. Ammettere che non è il terreno
adatto. Che è stata solo una falsa partenza. Dire
che la pazienza è andata. O anche scrivere
delle solite cose, riprendere i fondamentali
e risparmiare fiato per i giorni che verranno
per l'ennesimo novembre di silenzio e allenamenti mancati.




Fabrizio Lombardo  da     Coordinate per la crudeltà



2 commenti:

  1. Anche a me ha colpito molto il verso di questo poeta per descrivere il dolore: forte, intenso, quasi palpabile nella sua cruda realtà, eppure al tempo stesso estremamente evocativo. Un dolore che, da personale, diventa di tutti - come di tutti è l'esistere, il dolore per le assenze e per il tempo che passa, la memoria arresa che pur lascia intravedere una speranza " una memoria che dobbiamo mescolare a questo rumore perché possa appartenerci ancora..." - il che fa la differenza tra lo " sfogo" emotivo e la poesia.

    Grazie per il tuo passaggio pur nei giorni di festa ... a leggere poesie che di festoso non hanno nulla, e che - forse proprio per questo - ci riconducono al difficile tempo presente.

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