lunedì 7 dicembre 2020

LA COINQUILINA DI ISABELLA



                                                Sei sempre tu nella mia caccia di presagi...




 E dicono che se ci sei anche tu

sembro meno nervosa.

E' che mi togli i nervi e te ne vai.

So solo che la curva del tuo collo

è il posto più perfetto che ci sia

per questa fronte

e se mi abbracci è come entrare in casa

sapendo che non ci si può restare.



                                                ***


Da piccola sbattevo le porte...

Quando sono diventata una che resta

seduta, che svuota le estati

a guardare la stanza del balcone

per vedere se rientrando

neanche l'ultimo fantasma se n'è andato.

Ho un nuovo cane che dorme di fianco

ma tornano le stesse ore lunghe

le porte che sbattono addosso

senza la scossa accesa del fragore.

Bisogna avere la natura di chi resta

per saper tenere gli occhi sugli addii

che durano di più a farli da soli.



                                            ***


E' questo che ancora ci tiene

nei ritorni d'estate a mezz'autunno,

il rumore d'erba e foglie

il loro schianto.

E lasciarsi al balcone

alla magrezza del mattino

quando il sonno non c'è stato

è un colpo aperto agli occhi,

forse il male

di certa luce enorme che riapre

in un'aria che si vede,

il senso, il mare.



                                        ***


Così sparpagliate, le notti

respirate dall'alto a luce accesa

un gioco scalzo dei giorni sul viso.

Non volevamo noi morirci dentro

come piante senza sete

a rimandare l'ultima parola;

credevamo di tremare più degli altri

alla fine della festa, sotto casa.

Sei sempre tu nella mia caccia di presagi

anche il vento lungo i nastri della sagra

è il mio perderti ogni volta

un ritrovarti.



                                      ***


Con te sono rimasta sempre al vento

presa a un suono larghissimo di foglie

dentro la pace accesa degli inverni.

Finisce l'anno e sta per nevicare,

sono finiti sempre e ancora siamo

due voci appese male per cercarci.

Ma in fondo che cos'è la giovinezza,

cosa doveva essere oltre a questa

tremenda corsa in ciao sotto la pioggia

al vento, verso casa di qualcuno.



                                           ***


In ogni corsa, ogni impennata della vita

mi sei mancato e mi manchi per anni.

Nell'uscire verso il bar delle mattine

tutte le mattine uguali dell'inverno

cercarti, come un gioco per sperare.

Ad ogni cambio di stagione, ad ogni svolta

degli occhi e dell'età non ti ho più perso...

Ti tengo per l'estate, quando salgo

nei miei golfi di buio e quando torno

di notte verso casa  e fino a quando

non passo il punto esatto in cui le ruote

incrociano le mie con le tue strade,

finché c'è ancora modo di incontrarti

non è finito il giorno.



                 Isabella  Leardini    da    La coinquilina scalza


                                         

5 commenti:

  1. Ihhh
    Gli addii da soli durano tantissimo
    Ed il bello è che riusciamo a farli cominciare e ricominciare e ricominciare...

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  2. E "il mio sogno di te non è finito" (E.M.) - certo!
    M.

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  3. Che bella visione!
    Come in quei sogni dove vivi un fatto straordinario e poi - quando ti svegli - ti accorgi che è tutto perfettamente rimasto in te.
    Ha lasciato non una memoria, ma l'impronta.

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