Sei sempre tu nella mia caccia di presagi...
E dicono che se ci sei anche tu
sembro meno nervosa.
E' che mi togli i nervi e te ne vai.
So solo che la curva del tuo collo
è il posto più perfetto che ci sia
per questa fronte
e se mi abbracci è come entrare in casa
sapendo che non ci si può restare.
***
Da piccola sbattevo le porte...
Quando sono diventata una che resta
seduta, che svuota le estati
a guardare la stanza del balcone
per vedere se rientrando
neanche l'ultimo fantasma se n'è andato.
Ho un nuovo cane che dorme di fianco
ma tornano le stesse ore lunghe
le porte che sbattono addosso
senza la scossa accesa del fragore.
Bisogna avere la natura di chi resta
per saper tenere gli occhi sugli addii
che durano di più a farli da soli.
***
E' questo che ancora ci tiene
nei ritorni d'estate a mezz'autunno,
il rumore d'erba e foglie
il loro schianto.
E lasciarsi al balcone
alla magrezza del mattino
quando il sonno non c'è stato
è un colpo aperto agli occhi,
forse il male
di certa luce enorme che riapre
in un'aria che si vede,
il senso, il mare.
***
Così sparpagliate, le notti
respirate dall'alto a luce accesa
un gioco scalzo dei giorni sul viso.
Non volevamo noi morirci dentro
come piante senza sete
a rimandare l'ultima parola;
credevamo di tremare più degli altri
alla fine della festa, sotto casa.
Sei sempre tu nella mia caccia di presagi
anche il vento lungo i nastri della sagra
è il mio perderti ogni volta
un ritrovarti.
***
Con te sono rimasta sempre al vento
presa a un suono larghissimo di foglie
dentro la pace accesa degli inverni.
Finisce l'anno e sta per nevicare,
sono finiti sempre e ancora siamo
due voci appese male per cercarci.
Ma in fondo che cos'è la giovinezza,
cosa doveva essere oltre a questa
tremenda corsa in ciao sotto la pioggia
al vento, verso casa di qualcuno.
***
In ogni corsa, ogni impennata della vita
mi sei mancato e mi manchi per anni.
Nell'uscire verso il bar delle mattine
tutte le mattine uguali dell'inverno
cercarti, come un gioco per sperare.
Ad ogni cambio di stagione, ad ogni svolta
degli occhi e dell'età non ti ho più perso...
Ti tengo per l'estate, quando salgo
nei miei golfi di buio e quando torno
di notte verso casa e fino a quando
non passo il punto esatto in cui le ruote
incrociano le mie con le tue strade,
finché c'è ancora modo di incontrarti
non è finito il giorno.
Isabella Leardini da La coinquilina scalza
Ihhh
RispondiEliminaGli addii da soli durano tantissimo
Ed il bello è che riusciamo a farli cominciare e ricominciare e ricominciare...
E' vero...
RispondiEliminaGrazie!
E "il mio sogno di te non è finito" (E.M.) - certo!
RispondiEliminaM.
Ma... " l' attesa è lunga... " ( E.M. )
EliminaChe bella visione!
RispondiEliminaCome in quei sogni dove vivi un fatto straordinario e poi - quando ti svegli - ti accorgi che è tutto perfettamente rimasto in te.
Ha lasciato non una memoria, ma l'impronta.