venerdì 26 ottobre 2018

SCRIVO PER TE, MIA AMATA

 
 

                                               Ti scrivo dal futuro che non abbiamo avuto...


Se ti vedo che leggi, sei un'icona
d'altri tempi, lì sulla poltrona
col tuo giornale in mano e il libro accanto,
il cuore mi fa festa: tu ci sei!

Sei tu, ma leggi contromano
e allora piano piano torna il pianto.

Mi chiedo come fai a consumarti,
a diventare così piccola che amarti
è come amare certi santi in cera
la cui immagine non è più quella vera.

La vita è una candela umana
la vita è una candela strana.


                                           ***


Scrivo per te, mia amata. Io ti scrivo
dal futuro che non abbiamo avuto,
guardo il tuo mare, la tua torre, il tempo,
l'isolotto, i monti che a raggiera
calano nelle acque con le loro
molli gobbe preistoriche
e nulla è cambiato : è tutto fermo lì,
ogni scaglia di quel quadro silente
brilla e si staglia al vento netta in cielo,
ma le strapazza il mare ed ogni pietra
ne trae sollievo prima di affrontare
una giornata asciutta e disperata.

Ah, se sapessi scrivere l'assenza
io, piccolo e sfrontato, ti darei
nuovamente la vita per toccarti
un poco con la punta delle dita.


                                                ***


Il golfo è tutto blu, solo una striscia
di cielo è rosa, e il mare vira
verso un'opacità densa d'inchiostro,
solo la torre è grigia come un ferro,
come laggiù la lama della spiaggia,
un coltello alla gola della baia,
un modo per reciderla dal mare
e lasciarla appassire nel suo sangue,
tutte le sere e tutte col terrore
dell'ultimo tramonto; ma eri lì
che mi aspettavi sola, gli occhi bassi
e quello sguardo lento che rigonfia
di desiderio duro ogni tua mossa.
Eri distratta e un poco affascinata
da un volo di gabbiani, e un sole opaco
ti illuminava il viso, e tu parlavi,
parlavi ancora, come se bastasse
a lenire, evitare, a ritardare,
e non potessi fare che guardare
senza guardare, senza più pensare.

Non so affrontare il tuo dolore al vivo,
ma so aspettare ancora se ti scrivo.


                                             ***


Ti avevo messa in una boite dorata
di quelle dei biscotti decorata
con pitture di caccia e avevo spento
i fuochi con i giochi dei bambini,
sotto castelli e trottole di latta
e certi mostri astrali e ancestrali
con le feroci fauci spalancate
su scenari di gesso e cartapesta.

Se scrivo questi versi è per amarti,
se scrivo questo libro è per violarti,
ma è troppo tardi ormai:
tu asciughi al sole, e muori e ti corrompi.

Fantasie - lo so - grandi scenari
per piccole paure: tagli, schianti,
sotto la scorza fiele, acido puro.

Questo per me è stato essere amato.


                                      ***


Sulla spiaggia un corpo rosso viola
nero zoppo spezzato vibra ancora
preda del becco dei gabbiani e il mare
lascia che affiori il ventre di una barca
rovesciata, impudica, disarmata.

Uccelli monchi, navi lacerate.

E' l'ora bianca e dura della rabbia
che ci risucchia su nella bufera
nel cielo alla deriva e non è più
la nostra storia - dove schianteremo
anima e corpo quando finirà ?


Giorgio Manacorda  da  Scrivo per te, mia amata ( e altre poesie, 1974 - 2007 )




2 commenti:

  1. Belle e struggenti, sopsoprattu la prima... Il video non è disponibile...

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  2. Poesie dell'assenza ( della persona o dell'amore ) : l'ultima postata parla di rabbia " è l'ora dura della rabbia che ci risucchia…".
    In qualunque caso piene di dolore e struggimento.
    Grazie del commento e della segnalazione.( Il video postato era " Non compro più speranza" di Marchetto Cara, ma penso che anche quello con cui l'ho sostituito
    ( Un'aria di Von Biber ) ricrei adeguatamente l'atmosfera.

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