"Dio ti dà quello che non hai: il coraggio di sognare…" ( T.B. )
(…) Vorrei ricordare una bellissima e suggestiva frase di
Emmanuel Lévinas :" L'altro - dice - è un volto da scoprire,
contemplare e accarezzare".
C'è tutta la nostra teoria morale:"Ama il prossimo tuo come te
stesso".
Rivolti verso l'altro. Volti rivolti.
Voi tutti siete insegnati, dal liceo alle scuole materne: avete di
fronte l'altro, sapete come bisogna rapportarsi.
Io vorrei rievocare la figura del mio maestro delle scuole
elementari. Lo ricordo come una delle persone importanti che
hanno segnato la mia vita. Una persona molto semplice, molto
discreta e anche molto umile. Ogni volta che tornavo in paese,
andavo a trovarlo. Ultimamente si era incurvato e gli
tremavano le mani. Tornavo da lui per dovere di gratitudine,
ma soprattutto condotto dalla speranza che avesse - come nelle
fiabe che egli stesso ci raccontava in quarta elementare - una
noce misteriosa da farmi schiacciare nei momenti difficili.
Guardavo con stupore infinito nell'armadietto di sempre, i
pochi libri foderati con la carta velina: Le avventure di
Pinocchio, Cuore, L' isola misteriosa .
Quella biblioteca per me conteneva più segreti della Biblioteca
Vaticana.
Di tutti gli insegnanti che ho avuto, era l'unico a provare
soggezione per me. Me ne accorgevo dall'imbarazzo con cui
- nel discorso - passava dal " lei" al " tu".
Mi hanno detto che era anche fiero di avermi avuto come
discepolo. Forse però non ha mai saputo che , se ancora
tornavo da lui, era perché avevo il presentimento che mi
avrebbe aiutato a risolvere - come un tempo - qualche altro
complicato problema per il quale non mi bastavano più le
quattro operazioni dell'aritmetica che egli mi aveva insegnato.
Ogni volta che lo lasciavo, sentivo di avergli rubato spezzoni
di mistero, quegli spezzoni che a scuola ci sottraeva
volutamente, senza che noi ce ne accorgessimo.
Sì, perché lui aveva l'incredibile capacità di non spiegarci mai
tutto, e per ogni cosa lasciava un ampio margine d'arcano,non
so se per stimolare la nostra ricerca o per alimentare il nostro
stupore.
Perché l'arcobaleno dura così poco nel cielo? Che cosa fa Dio
tutto il giorno? Perché le farfalle lasciano l'argento sulle dita?
Perché Gesù ha fatto nascere coì il povero Nico che veniva a
scuola sulla carrozzella spinto dalla nonna? Perché si muore
anche a dieci anni, come è stato per la sua bambina?
Non aveva l'ansia di rivelarci tutto, non era ammalato di
onnipotenza culturale e neppure ci imponeva le sue
spiegazioni. Qualche volta - anzi - sembrava che fosse lui a
chiederle a noi.
Ma quando, dopo gli acquazzoni di primavera, spuntava l'
arcobaleno, ci conduceva fuori per contemplarne la tenerezza.
(…)
Antonio ( Tonino ) Bello da Volti rivolti
La frase di Lévinas è essa stessa un bellissimo arcobaleno dopo acquazzoni di riflessioni alla luce del sole. Grazie
RispondiEliminaE' proprio vero che i poeti non si smentiscono mai. Neanche quando si esprimono in prosa.
RispondiEliminaPerché l'essenza ( ciò che informa ) della poesia, non sono i versi, ma le intuizioni e gli afflati del cuore che ci stanno dietro, e che urgono per venire alla luce.
Grazie del commento.
Bellissima la frase iniziale e il brano di don Tonino Bello ed anche la frase di Levinas
RispondiEliminaDopo brani di filosofia quasi per " addetti al lavori" della Zambrano, ho voluto proporre una " parola " più semplice, ma non meno intensa e vera. Una " parola" che ci accomuna tutti perché sgorga dall'esperienza del cuore.
RispondiEliminaGrazie per il tuo intervento.