martedì 9 ottobre 2018

PROVE DI LONTANANZA

 
 

                                                              Le mie dita strinsero la fine…



Le isole lontane, e il mattino
sereno come fossimo
due esuli felici di soccombere
non avendo alcuna via di fuga.


                                            ***


Il crepuscolo era fra le tue dita
e non avesti il coraggio
di lascialo scivolare sul mio volto
in forma di carezza o di sussurro.
Era roseo il crepuscolo
e le mie dita strinsero la fine
come si può stringere un colore.


                                       ***


Adesso che sei spettro e fai azzurri
richiami che non posso udire
in questo mio silenzio angelico,
adesso non tradire
chi negli spettri ripone la speranza
di baciare la pura lontananza.


                                       ***


Potenza del biancore in mille gocce,
mille facce ha il giorno, una la sera,
e nell'acqua non si scorgono presagi:
la cascata ride dei rimpianti.
Verranno le piogge, verranno le sagge
parole dal cielo, ma intanto
gli spruzzi, gli estatici guizzi
d'un tratto ci giurano amore.
E noi stiamo in piedi perplessi,
dispersi in mille gocce nel biancore.


                                  ***


La rondine sa cos'è il richiamo,
cos'è il ritorno, il lieve turbamento.
Il lampo sa cos'è la solitudine
del durare un istante illuminando.


                                  ***

Poca luce, e il gelo sulle strade
stermina i passanti, invade l'ombra;
domina così, inerme e candido.
Gennaio è qui, sulle maniglie, e insiste
perché ci ricordiamo che ogni inizio
è uguale: un tremito, un sospiro
e il grido prolungato dell'attesa.
A un tratto si accende una finestra
e freme un desiderio dietro il vetro.


                                   ***


L'ora perfetta io l'ho conosciuta,
è immota e in movimento,
è quiete e turbamento
provvisoria come l'estasi del ramo
che perderà il frutto.


  
            Alessandro Quattrone  da      Prove di lontananza


5 commenti:

  1. Versi profondi accompagnati da una musica deliziosa...

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  2. Questi libro arriva dopo una lunga pausa poetica durata circa un ventennio: ciò dimostra che i tempi della poesia non sono mai prevedibili, né rispondono a logiche pre- definite o razionali, ma piuttosto sono cadenzati su necessità interiori e istanze espressive che si nutrono di sollecitazioni ed emozioni capaci di rimanere sopite e irrisolte per anni, salvo poi premere quasi d'improvviso per vedere la luce.
    I versi di questo testo contengono perciò tutta la pazienza e il lavoro di cesello operati dal tempo e portano con sé quella luminosità che si origina solo dopo un'immersione nell'ombra.
    Felice che tu abbia trovato qui un nutrimento per lo spirito, così come l'ho rinvenuto io.
    Grazie.

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    1. Grazie per l'approfondimento, condivido quanto hai detto sulla poesia e la scrittura in generale

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  3. il crepuscolo come un capezzolo e il tempo che scorre senza passare. sono idee molto vicine anche a me. ma non avrei saputo scriverle così

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  4. Come ho già detto a risposta di un precedente commento, queste poesie rappresentano una " fase matura" dell'autore, cioè " ripensata" e trovo che abbiano una potenza evocativa straordinaria, accompagnata da una grande eleganza del verso.
    ( Anche a me sarebbe piaciuto scriverle!)
    Grazie del commento.

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