" L'inferno non sono i diversi : l'inferno è il diverso in me che non oso pensare " ( J.K. )
Il 22 Giugno
alle quattro in punto
bombardamento a Kiev, ci annunciarono
che era iniziata la guerra.
(…) Sono nata due giorni dopo l'inizio della guerra . Solo verso i
quattro- cinque anni ho preso coscienza del fatto che il mio
compleanno veniva associato al ritmo maestoso di un
conflitto mondiale e, in definitiva, all'impressione di essere
risucchiati da un'esplosione : non c'era spazio per " me"; io
ero solo una scheggia in un mondo in preda alla distruzione.
In seguito avremmo assistito al crollo della Bulgaria nel blocco
comunista, alla ricostruzione e alla miseria, a forme di
oppressione e di promesse, e poi alla guerra fredda. All'epoca
vivevamo a Sliven, una città nel Sud- est della Bulgaria, ed è
qui che sono nata. Nei pressi dei Balcani. Piccolissima,
percepivo che eravamo in guerra. Scendevamo regolarmente in
cantina e ascoltavamo la BBC. Restavamo in attesa del jingle
tamburellato di Radio- Londra; vedevo gli adulti ascoltare
messaggi enigmatici con il volto teso: la loro paura era
contagiosa. La mia famiglia alloggiava presso degli insegnanti
comunisti partigiani che vivevano nella clandestinità.L'uniforme
di un ufficiale tedesco che cammina in cortile a notte fonda
mentre corriamo in strada a cercare riparo,il razzo che
squarcia il cielo per avvertirci dei bombardamenti: sono tutti
ricordi veri di una bambina di tre anni? Oppure sono una
costruzione mentale sulla base di ciò che mi è stato raccontato
in seguito? Se evoco quei flash, con il distacco mi sembra che la
solidità del legame familiare si sia costruita attorno a questi
ricordi e in opposizione ad essi. (…)
Julia Kristeva da La vita, altrove ( Autobiografia come un viaggio )
Uno squarcio di una realtà descritta molto bene
RispondiEliminaSì, la lettura è piana e comprensibile.
RispondiEliminaLa vicenda avvincente.