30 Giugno 1953
Da Umberto Saba a Elsa Morante
(…) Cara Elsa,,
ho letto il tuo raccontino. Mi è piaciuto, e non mi ha annoiato
mai, nemmeno un momento. Ma non è di letteratura che volevo
parlarti. Tu non ti sei identificata affatto ( come credi ) al
fanciullo Andrea, ti sei identificata - e profondamente - alla
madre siciliana. E' in questo eterno rapporto tra la madre e il
fanciullo che devi cercarti; ( almeno in quello che scrivi ) e
devi cercarti dalla parte della madre.La tua nostalgia di essere
un ragazzo è - in realtà - la nostalgia di non aver messo al
mondo un ragazzo: lo cerchi nell'arte perché non l'hai voluto
nella sua fisicità. Non vuol dire - cara amica: tutte le vite sono,
in un senso o nell'altro, delle vite mancate: l'arte è lì per
soccorrere a queste mancanze. Se non ci fossero, l'arte non
avrebbe senso: non corrisponderebbe più a un bisogno.
Sei molto umana in quello che scrivi, almeno in quel poco che
ho letto di te. Ti ringrazio di avermi regalato- segnalato " Lo
scialle andaluso " ( Giuditta ) e ti saluto affettuosamente
insieme ad Alberto.
Tuo
Saba (…)
Lettere di e a Elsa Morante da L'amata ( a cura di Daniele Morante )
Mi piace molto, soprattutto il passaggio che ogni vita è mancante e che l'arte, nelle sue molteplici espressioni, aiuta a sopperire questa mancanza...
RispondiEliminaSì, può sopperire. Ed essere addirittura terapeutica.
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