Scritta dal cantastorie U.S.A nel 1948, il brano ILSA KOCH è forse la prima vera canzone del dopoguerra a parlare dell' Olocausto. La composizione rimase tuttavia inedita ed è stata solo di recente riportata alla luce e incisa - su iniziativa della figlia di Guthrie, Nora - dai Klezmatics di New York, folk band che rilegge la tradizione della musica ebraica kletzmer.
Il brano è un crudo resoconto degli orrori * ( trad.) dei campi di sterminio, con al centro la figura spaventosa di Ilsa Koch, la strega di Buchenwald ( nella canzone è chiamata anche " vecchia" ma, essendo nata nel 1906, aveva meno di quarant'anni ). Moglie del comandante SS Karl Otto Koch , responsabile dei campi di Buchenwald e Sachsenhausen ( dove rimase fino al 1941 ), Ilsa Koch si rese protagonista di torture e di atti di crudeltà contro gli internati. Divenne tristemente nota ( veniva appellata " la cagna di Buchenwald " ) per l'atroce collezione di paralumi realizzati con i tatuaggi dalla pelle degli internati uccisi oltre che di teste mummificate. Già nel 1943 venne imprigionata dagli stessi nazisti per le sue azioni brutali. Processata e condannata dopo la fine della guerra, fu rilasciata nel 1948 ma, dato lo scandalo suscitato, fu arrestata di nuovo e condannata all'ergastolo; si impiccò nella sua cella nel 1967 senza mai pentirsi.
Woody Guthrie , nel 1948, temeva che l'oblio cancellasse i crimini dei nazisti :" Ilsa Koch è stata imprigionata... Ilsa Koch adesso è libera..." , così, dopo la guerra, scrisse diversi brani ispirati alla cultura ebraica, anche influenzato dalla poeta Yiddish Aliza Greenblatt.
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ILSA KOCH di Woody Guthrie
Sono qui a Buchenwald
il mio numero è scritto sulla mia pelle.
La vecchia Ilsa è qui.
I prigionieri camminano per i giardini.
I mastini hanno sbranato una ragazza.
Le guardie hanno sparato a un uomo.
Ecco che arriva il carro dei prigionieri:
li scaricano nei recinti
li buttano sul pavimento
un soldato gli spacca i crani.
Ruba i loro denti d'oro.
Li infila sul nastro
spalanca la porta della fornace
getta dentro i loro cadaveri.
Vedo il fumo del camino
vedo le loro ceneri recuperate
vedo le loro ossa ammucchiate.
I paralumi sono fatti con la loro pelle.
Sto soffocando nel fumo
la puzza mi sta uccidendo.
La vecchia Ilsa Koch è stata imprigionata
la vecchia Ilsa Koch è tornata libera.
Devo zittire la mia canzone:
ecco che arriva il Superuomo.
Ci vediamo più tardi
devo evitarlo e scappare.
( f. )
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