mercoledì 27 gennaio 2021

UNA CANZONE PER NON DIMENTICARE

 


                                                           La vecchia Ilsa Koch è qui...




ILSA KOCH (  WOODY GUTHRIE )

Scritta dal cantastorie U.S.A nel 1948, il brano ILSA KOCH è forse la prima vera canzone del dopoguerra a parlare dell' Olocausto. La composizione rimase tuttavia inedita ed è stata solo di recente riportata alla luce e incisa - su iniziativa della figlia di Guthrie, Nora - dai Klezmatics di New York, folk band che rilegge la tradizione della musica ebraica kletzmer.

Il brano è un crudo resoconto degli orrori * ( trad.) dei campi di sterminio, con al centro la figura spaventosa di Ilsa Koch, la strega di Buchenwald ( nella canzone è chiamata anche " vecchia" ma, essendo nata nel 1906, aveva meno di quarant'anni ). Moglie del comandante SS Karl Otto Koch , responsabile dei campi di Buchenwald e Sachsenhausen ( dove rimase fino al 1941 ), Ilsa Koch si rese protagonista di torture e di atti di crudeltà contro gli internati. Divenne tristemente nota ( veniva appellata " la cagna di Buchenwald " ) per l'atroce collezione di paralumi realizzati con i tatuaggi dalla pelle degli internati uccisi oltre che di teste mummificate. Già nel 1943 venne imprigionata dagli stessi nazisti per le sue azioni brutali. Processata e condannata dopo la fine della guerra, fu rilasciata nel 1948 ma, dato lo scandalo suscitato, fu arrestata di nuovo e condannata all'ergastolo; si impiccò nella sua cella nel 1967 senza mai pentirsi.

Woody Guthrie , nel 1948, temeva che l'oblio cancellasse i crimini dei nazisti :" Ilsa Koch è stata imprigionata... Ilsa Koch adesso è libera..." , così, dopo la guerra, scrisse diversi brani ispirati alla cultura ebraica, anche influenzato dalla poeta Yiddish Aliza  Greenblatt.


*

ILSA KOCH  di   Woody Guthrie


Sono qui a Buchenwald

il mio numero è scritto sulla mia pelle.

La vecchia Ilsa è qui.

I prigionieri camminano per i giardini.

I mastini hanno sbranato una ragazza.

Le guardie hanno sparato a un uomo.

Ecco che arriva il carro dei prigionieri:

li scaricano nei recinti

li buttano sul pavimento

un soldato gli spacca i crani.

Ruba i loro denti d'oro.

Li infila sul nastro

spalanca  la porta della fornace

getta dentro i loro cadaveri.

Vedo il fumo del camino

vedo le loro ceneri recuperate

vedo le loro ossa ammucchiate.

I paralumi sono fatti con la loro pelle.

Sto soffocando nel fumo

la puzza mi sta uccidendo.

La vecchia Ilsa Koch è stata imprigionata

la vecchia Ilsa Koch è tornata libera.

Devo zittire la mia canzone:

ecco che arriva il Superuomo.

Ci vediamo più tardi

devo evitarlo e scappare.


                           


                                               ( f. )



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