giovedì 28 gennaio 2021

MIMNERMO E L' ETA' INGRATA

 


 Mosaico  del III sec. a. C. risalente all'epoca greca, rinvenuto in Turchia ( pare che sia l'originale dello " Scheletro spericolato " già rinvenuto nell'area vesuviana ).






COME LE FOGLIE


Noi, come le foglie, siamo generati dalla stagione dei molti fiori

di primavera, quando al raggio del sole subitamente crescono.

Simili a loro, per un attimo godiamo i fiori

di giovinezza, dagli dei ignari del bene e del male.

Abbiamo al fianco le Chele fosche:

una detiene il destino penoso della vecchiaia,

l'altra della morte. E' un istante il frutto

di giovinezza, quanto sulla terra si diffonde il sole.

E quando l'ora abbia passato il suo discrimine,

allora la morte è meglio della vita.

Molti dolori nascono nell'animo : ora è la casa

in rovina, ora le amare gioie che nascono dalla povertà ;

un altro lamenta che non ha figli, e con questo rimpianto

scende sotto la terra dell' Ade; un altro ancora

è oppresso dalla malattia : non c'è uomo

a cui Zeus non abbia dato in dote molti mali.


                                                                     ( Trad. frida )

                                          ***


L'AMORE


Quale vita, che dolcezza senza Afrodite d'oro?

Meglio morire, quando non avrò più cari

gli amori segreti, e il letto, e le dolcissime offerte

che di giovinezza sono i fiori effimeri

per gli uomini e le donne.

Quando viene la dolorosa vecchiaia,

che rende l'uomo bello simile al brutto,

sempre nella mente lo consumano malvagi pensieri,

né più si allieta guardando la luce del sole;

ma è odioso ai fanciulli e disprezzato dalle donne:

tanto grave Zeus volle la vecchiaia.


                                                              ( Trad. S. Quasimodo )


                                            ***


SUDOR COPIOSO INONDAMI


Sudor copioso inondami, 

agghiaccio di spavento,

ché dura un sol momento

la bella gioventù.

C'è sì gioconda e amabile,

che più durar dovria,

ma che - qual sogno - via

lungi da noi s'en va.

Grave e deforme pendeci

sul capo - ahimè - vecchiezza,

che ognuno aborre e sprezza

perché deforma l'uom.

Ella ciascun - se invadelo -

non conoscibil rende:

se intorno a lui si stende,

gli affligge gli occhi e il cor.



                                                  ***


GIOVE A TITON CONCESSE


Giove a Titon concesse

vecchio essere immortale,

ma la vecchiezza è male

più grave del morir.


                                                    ( Trad.  A.G. Danesi, 1886 )



                     Mimnermo   da      Frammenti


                                              ***


Mimnermo, vissuto nel VII sec. a. C. è uno dei rappresentanti più interessanti della lirica arcaica greca. Scrisse in metri elegiaci, ma i contenuti della sua opera non si limitano a quelli tipici del genere, quali la lamentazione funebre e l'elogio. Purtroppo sono giunti a noi solo frammenti della sua opera, ma da essi veniamo a conoscenza di alcuni temi importanti per l'autore, quali l'amore, la vecchiaia e l'impegno politico, anche se il leitmotiv della sua opera ( Nannò   - raccolta di elegie dedicate alla donna amata ) è il tema della vecchiaia.



Stando alla testimonianza di Strabone , pare che il poeta fosse originario di Colofone, colonia ionica dell' Asia Minore. E' comunque certa la provenienza da quella zona poiché alcuni temi della sua opera sono stati ricollegati proprio agli influssi della letteratura sapienziale di quella regione.



                                                          ( f. )



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