8 MARZO
Verrò in orario anche quest'otto marzo
per festeggiare padre il compleanno
tuo degli ottantaquattro anni
portati ormai da tempo in silenzio.
Verrò con un bel ramo di mimosa
che la primavera sempre annuncia
radiosa e vera; verrò in compagnia
allegra dei nipoti tuoi e fiduciosa.
Tranquilli mangeremo tutti insieme
al tavolo per scambiare pensieri
e sentimenti e intanto il tempo fermare.
Sarà come gettare un nuovo seme
darti infine quel bacio che fino a ieri
non ti ho mai dato e poi andare.
***
FEBBRAIO 1994
A voi versi m'affido, altri non ho
con chi parlare ché lui è andato via
e spiegarmene non so il motivo.
Mi ha detto - è vero - qualche parola,
ma non riesco a credere che , per così
poco, soffrire tanto lui voglia.
Di molte cose lui mi rimprovera,
ma di una sola vedo il senso chiaro,
scontare mi fa pene troppo amare.
Non sono - lui dice - arrendevole
come una bambina o un giunco nel verde,
né allegra mi vede tutto il giorno
e anche elogio poco le sue foto,
non l'ho abbastanza amato se mai
una poesia d'amore gli ho inviato.
( Poesie familiari, 2001 )
***
PROSERPINA
Sono nata il 24 in autunno
quando la terra si apre al buio
dove in fretta scendono le cose
ma ero lì mite a mettere un seme
nei solchi dei campi tra gli aratri
ricurvi, sì, a non delirare uscire
dal solco, come gemma spuntare
alla luce tra le foglie verdeggiare.
***
FRACTIO PANIS ( L'età del pane spezzato )
V
Separarsi non è un dolore privato
si spera noi dispersi a sera e ancora insieme
a cena illuminati c'è sete e fame
sul quarto lato del tavolo c'è il vuoto
che occupiamo con il vino e il pane
e a volte con un amico devoto.
VIII
Didone abbandonata e Sylvia con i figli!
fiere stremate per selve e mari
spose della morte e dei bianchi gigli
( oh pietre scartate pietre angolari!)
hanno buttato giù la casa e la vita.
Tombe da cui risorgere e non ferita...
***
XXIII
Somigliassi a Enea a un uomo pio
che sorregge il padre e ha per mano il figlio
camminando nella città tra le rovine
dove vai in salvo? la natura delle cose?
Non scrivere per i sordi: echeggiano ora
torri crollate frantumi i pezzi di Dio.
(Le lacrime delle cose, 2009 )
***
LA MIA PACE
Infelice siedo su uno scalino
in piazza ma appari tu, improvviso
spavaldo come nessuno quest'anno
e io rifiato dopo tanto affanno.
***
IL FUOCO
Bruciasse almeno la mia vita
accesa da faville di passione
o da un rossore appena...
In silenzio senza brividi di fuoco
lenta mi consumo e ancora viva.
***
ESTATE
Potessi io avere un ragazzo sensibile
col sangue nuovo e caldo gli occhi belli
cominciare con lui l'estate senza bugie
bruciare infine al sole tutte le poesie.
( La famosa vita )
Gabriella Sica
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