è un chiodo la mattina
trafitta la mente
affiora un'immagine
come da un frutto marcio
torna in piccoli segni
la vita senza forma brulicando.
***
ci svegliamo dentro gli occhi di un uccello.
E' questo il mondo, un frutto spezzato
a colazione, il cerchio della tazza
specchio che si apre
su un prato, una coperta
a contenerci come un'isola
da cui non siamo nati.
***
fanno un rumore secco
le cose che sono state vive.
***
ramifico secondo la luce
alberi maestri
a spalancarmi il petto
con la forza che viene da un seme.
***
da qui partivano vie
respirando crescevo
nel crollo, qualcosa di dolce
un incavo del tempo
tutti gli occhi che ho aperto
sono i rami che ho perso.
***
l'infinito dei morti
espande un'altra galassia.
il rosso nel buio continua
a sfociare nel mare
dove siamo senza corpo accucciati.
***
siamo noi, polline e polvere.
Poche ore per ere di lontananza.
Come la chioma di un albero prima
della bufera. Avere due occhi
riconoscerti. Di ogni tuo nome
porto alla bocca
tre sillabe di silenzio.
Franca Mancinelli da Tutti gli occhi che ho aperto
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