In attesa di colmare un seme di luce...
Nel ricordo: riposa in pace...
Il referto medico contiene già a sua insaputa
il mirabile presagio
che innerverà i tessuti
seguendo il rigoglio di una favolosa
tomografia astrale,
ideale per salpare
verso gli spazi siderali
concessi ai dementi
pionieri delle aurore.
E stesa sulla vetta dei sogni,
a compimento del trionfo
precipitare nella grazia
radiosa di buio.
***
Il fiume mi ha lisciato le ossa
ne esco ammessa alla vita senza oggetto
e in stretta osservanza alla regola
della dissipazione
mi imbandisco alla semina.
***
Oh sì, basterebbe un passo
e il pensionato sul balcone stento
deve riacciuffare il cuore in gola
che vola giù oltre la ringhiera.
***
E più in là il terreno brullo
fino agli sterpi sul punto di urlare;
la trasparenza delle cose
è una scomposizione facile in controluce;
volatile, ma non di leggerezza.
Da prima chiara, si pigmenta della macchia vegetale,
di queste piante così familiari di cui nessuno ricorda
nome
che svolgono un pensiero che non pensa.
E che cosa abbiamo noi, se non un procedere storto
corpo a corpo col pulviscolare.
Quando col tempo arriverà,
anche il primo schiudersi sarà l'irreparabile.
***
MESSAGGI ( quasi ) SEGRETI
Non lo vedevo da tempo,
era negli alberi,
scandito tra le foglie,
parlava con tonalità di verde digradante,
conduceva alla caverna.
Si preparava a liberare il giogo, e così faceva.
Possibile?
Poteva assomigliare alla tauromachia.
Ma no, non era.
Solo una pendice esoterica sfuggita al lembo del lenzuolo.
La vita distrae dell'essenziale.
***
Mi si ammala la vista nel constatare
lo zerbino sempre rovesciato al muro
della tua porta.
E inaudita è la schiavitù della lampada
sugli angoli acuti e ritorti dei letti
in fin di vita.
La stortura eversiva è insinuante
e non deflagra:
lei già ti saluta e tu neanche sapevi
di conoscerla.
***
La morte ti ha restituito il corpo
così pesante, dopo,
sul tuo letto di reincarnazione.
Ora anche pezzi di te ritornano
una gamba, un braccio,
attraverso il canale del coprifuoco.
Ho afferrato i respiri,
domestiche considerazioni.
Nella piazza svuotata all'occorrenza dal sogno
ti presenti all'appuntamento postumo,
a labbra sigillate mi fai uno stringato resoconto
del tuo stato di salute.
Ti piace ancora camminare
finisci il giro del quartiere,
torni nelle chiavi di casa, nel rasoio mattutino,
nei bronci calvinisti
per i quali, a tua discolpa,
tieni un Bergman sotto il cuscino.
Note a margine
il tuo rosario minimo.
***
In attesa di colmare un seme di luce
e alzare il passo verso la stagione severa,
la linfa dormiente nel mio costato
sorvegli i fiori che premono la terra
e crescono fino a bucare le mani
come frecce scoccano petali di spighe mature.
Veronica Fallini da Oroscopi ( e altre minute ossessioni )
Nessun commento:
Posta un commento