sabato 23 gennaio 2021

POESIE D'AMORE DI GARCIA

 


                                                    Se non vivo, preferisco perderti...



MADRIGALE


Ti guardai negli occhi

quand'ero bimbo e buono,

le tue mani mi sfiorarono

e mi desti un bacio.


( Gli orologi battono la stessa cadenza

e le notti hanno le stesse stelle )


E il mio cuore si schiuse

come un fiore sotto il cielo.

I petali di lussuria

e gli stami di sogno.


( Gli orologi battono la stessa cadenza

e le notti hanno le stesse stelle ).


Singhiozzavo nella stanza

come il principe della fiaba

per la stellina d'oro

che se ne andò dai tornei.


(Gli orologi battono la stessa cadenza

e le notti hanno le stesse stelle ).


Mi allontanai da te 

senza sapere che ti amavo.

Non conosco i tuoi occhi,

le tue mani e i tuoi capelli.

Non mi resta sulla fronte

che la farfalla del bacio.


( Gli orologi battono la stessa cadenza

e le notti hanno le stesse stelle ).



                                                ***


MADRIGALE APPASSIONATO


Vorrei restare nelle tue labbra

per estinguermi nella neve

dei tuoi denti.


Vorrei restare nel tuo petto

per dissolvermi in sangue.


Vorrei fra i tuoi capelli

d'oro sempre sognare,

che il tuo cuore si facesse tomba

del mio che soffre,

che la mia carne fosse la tua carne,

che la mia fronte fosse la tua fronte.


Vorrei che l'intera anima mia

entrasse nel tuo corpo minuto

ed essere io  il tuo pensiero,

ed essere la tua veste bianca

perché tu ti innamori di me

con passione così ardente

da consumarti mentre mi cerchi

senza ormai più potermi trovare.


Perché tu te ne vai gridando

il mio nome verso i tramonti,

domandando di me all'acqua,

bevendo triste le amarezze

disseminate lungo il sentiero

del mio cuore nell'amarti.


E intanto io penetrerò

nel tuo dolce e fragile corpo,

divenendo - oh donna - te stessa

e restando per sempre in te,

mentre invano mi cercherai.



                                          ***


CASIDA DELLA DONNA DISTESA


Vederti nuda rievoca la Terra,

la Terra liscia, sgombra di cavalli.

La Terra senza un giunco, forma pura

chiusa al futuro : limite d'argento.


Vederti nuda è capire l'ansia

della pioggia che cerca esile vita,

la febbre del mare dall'immenso volto

che non trova la luce della guancia.


Il sangue, risuonando nelle alcove,

giungerà con le spade folgoranti,

tu però non saprai dove si celano

il cuore di rospo o la violetta.


Il tuo ventre una lotta di radici,

alba senza contorno le tue labbra.

Sotto le rose tiepide del letto

i morti gemono aspettando il turno.



                                                      ***


MIA VIVA MORTE


Mia viva morte, amore delle viscere,

io aspetto invano una parola scritta

e penso, con il fiore che marcisce,

che se non vivo preferisco perderti.


L'aria è immortale. E la pietra nessuna

ombra conosce , né - immobile - la scansa.

Non ha bisogno nel profondo del cuore

del freddo miele che sparge la luna.


Ti sopportai. Mi lacerai le vene,

tigre e colomba; sulla tua cintura

in un duello di gigli e veleno.


Calma la mia follia con le parole,

o nella notte dell'anima oscura,

per sempre, lascia ch'io viva sereno.



                                                ***


IL POETA PARLA AL TELEFONO CON IL SUO AMORE


La tua voce irrigò la duna del mio petto

nella dolce cabina di legno.

A sud dei miei piedi fu primavera

a nord della mia fronte, fiore di felce.


Pino di luce nello spazio angusto

cantò senza alba e semina,

e il mio canto catturò per la prima volta

corone di speranza attraverso il tetto.


Dolce e lontana voce per me versata.

Dolce e lontana voce da me gustata.

Lontana e dolce voce attenuata.

Lontana mangia opaca capriola ferita.

Dolce come un singhiozzo nella neve.

Lontana e dolce nel midollo iniettata.




                                     Garcia  Lorca   da     Poesie d'amore



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