MADRIGALE
Ti guardai negli occhi
quand'ero bimbo e buono,
le tue mani mi sfiorarono
e mi desti un bacio.
( Gli orologi battono la stessa cadenza
e le notti hanno le stesse stelle )
E il mio cuore si schiuse
come un fiore sotto il cielo.
I petali di lussuria
e gli stami di sogno.
( Gli orologi battono la stessa cadenza
e le notti hanno le stesse stelle ).
Singhiozzavo nella stanza
come il principe della fiaba
per la stellina d'oro
che se ne andò dai tornei.
(Gli orologi battono la stessa cadenza
e le notti hanno le stesse stelle ).
Mi allontanai da te
senza sapere che ti amavo.
Non conosco i tuoi occhi,
le tue mani e i tuoi capelli.
Non mi resta sulla fronte
che la farfalla del bacio.
( Gli orologi battono la stessa cadenza
e le notti hanno le stesse stelle ).
***
MADRIGALE APPASSIONATO
Vorrei restare nelle tue labbra
per estinguermi nella neve
dei tuoi denti.
Vorrei restare nel tuo petto
per dissolvermi in sangue.
Vorrei fra i tuoi capelli
d'oro sempre sognare,
che il tuo cuore si facesse tomba
del mio che soffre,
che la mia carne fosse la tua carne,
che la mia fronte fosse la tua fronte.
Vorrei che l'intera anima mia
entrasse nel tuo corpo minuto
ed essere io il tuo pensiero,
ed essere la tua veste bianca
perché tu ti innamori di me
con passione così ardente
da consumarti mentre mi cerchi
senza ormai più potermi trovare.
Perché tu te ne vai gridando
il mio nome verso i tramonti,
domandando di me all'acqua,
bevendo triste le amarezze
disseminate lungo il sentiero
del mio cuore nell'amarti.
E intanto io penetrerò
nel tuo dolce e fragile corpo,
divenendo - oh donna - te stessa
e restando per sempre in te,
mentre invano mi cercherai.
***
CASIDA DELLA DONNA DISTESA
Vederti nuda rievoca la Terra,
la Terra liscia, sgombra di cavalli.
La Terra senza un giunco, forma pura
chiusa al futuro : limite d'argento.
Vederti nuda è capire l'ansia
della pioggia che cerca esile vita,
la febbre del mare dall'immenso volto
che non trova la luce della guancia.
Il sangue, risuonando nelle alcove,
giungerà con le spade folgoranti,
tu però non saprai dove si celano
il cuore di rospo o la violetta.
Il tuo ventre una lotta di radici,
alba senza contorno le tue labbra.
Sotto le rose tiepide del letto
i morti gemono aspettando il turno.
***
MIA VIVA MORTE
Mia viva morte, amore delle viscere,
io aspetto invano una parola scritta
e penso, con il fiore che marcisce,
che se non vivo preferisco perderti.
L'aria è immortale. E la pietra nessuna
ombra conosce , né - immobile - la scansa.
Non ha bisogno nel profondo del cuore
del freddo miele che sparge la luna.
Ti sopportai. Mi lacerai le vene,
tigre e colomba; sulla tua cintura
in un duello di gigli e veleno.
Calma la mia follia con le parole,
o nella notte dell'anima oscura,
per sempre, lascia ch'io viva sereno.
***
IL POETA PARLA AL TELEFONO CON IL SUO AMORE
La tua voce irrigò la duna del mio petto
nella dolce cabina di legno.
A sud dei miei piedi fu primavera
a nord della mia fronte, fiore di felce.
Pino di luce nello spazio angusto
cantò senza alba e semina,
e il mio canto catturò per la prima volta
corone di speranza attraverso il tetto.
Dolce e lontana voce per me versata.
Dolce e lontana voce da me gustata.
Lontana e dolce voce attenuata.
Lontana mangia opaca capriola ferita.
Dolce come un singhiozzo nella neve.
Lontana e dolce nel midollo iniettata.
Garcia Lorca da Poesie d'amore
Nessun commento:
Posta un commento