Mosaico di donna dell'epoca imperiale
Oh me felice! o notte ch'io sempre rammemori, e tu
letto fatto beato dalla delizia mia!
Quante dolci parole scambiate al chiaro della lampada,
e, spenta questa, al buio, quante schermaglie d'amore!
Ora coi seni ignudi lottava gagliarda con me,
ora, serrando la tunica, mi costringeva a frenarmi.
E quando il sonno chiuse gli stanchi miei occhi, li aperse
ella coi baci, e mi disse :" Dunque, sei pigro così ?"
Che dolci amplessi e varie movenze! che baci infiniti
indugiatisi a lungo sulle tue labbra soavi!
Non giova profanare le gioie di Venere al buio:
gli occhi - se non lo sai - sono la guida di Amore.
Languì d' amore Paride ignuda vedendo la donna
di Sparta che sorgeva dal letto dell' Atride;
e nudo Endimione colpì la sorella di Febo,
e ignuda nell'amplesso costrinse a sé la dea.
Che se tu ostinata volessi giacerti vestita,
ti strapperei la veste con queste stesse mani:
anzi, se più furiosa dovesse me vincer l'ira,
tu mostreresti a tua madre le braccia illividite.
Ancor non hai pendenti, perché tu non voglia, le poppe:
lascia questo pudore a quelle che han figliato.
Fin che il destino lo vuole, saziamoci gli occhi di amore:
verrà la lunga notte, e il dì che non ritorna...
Sesto Aurelio Properzio da Elegie
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