venerdì 10 luglio 2020
LETTERE A CLIZIA 6
30 Aprile 1936
(...) Nelle condizioni in cui mi trovo, più di morto che di vivo, e
nemmeno troppo sicuro che potrò continuare a vivere, non mi
resta che avvisarti di questo: in caso che il mio nodo scorsoio si
sciolga a mio favore, ti manderò un telegramma entro il mese
di Maggio; in caso contrario resti libera di fare quello che
vuoi, anche di gettare nello Hudson la mia memoria,
probabilmente destinata a diventare troppo sporca per essere
sopportata. Se una soluzione dovesse avvenire dopo Maggio,
mi informerò presso altre persone per sapere se sei libera e se
posso presentarmi senza probabilità di essere gettato nel
carretto dello spazzaturaio.
Se Iddio fosse un essere decente avrebbe dovuto aiutarmi in
questa prova mortale. In ogni modo se c'è una responsabilità,
essa è tutta mia; se c'è un essere immondo, quello rischio di
essere io. E vivere avendo orrore di sé, è una cosa che non so
se potrò sopportare per molti mesi. Se rispondi a questa mia
( non so se ne valga la pena ) tieni presente che sono attaccato
per un filo molto sottile alla vita, e non essere perciò spietata.
Ma merito pietà?
Nel momento in cui chiudo questa lettera ti ripeto su quel poco
di onore che mi può restare, che conservo le mie speranze e
che la tua presenza si è ancora ingigantita nel mio cuore, come
una cosa sacra.
Sempre tuo
E. (...)
Eugenio Montale da Lettere a Clizia
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