giovedì 16 luglio 2020

GATTI COME ANGELI 1





                                                 Prendevo dentro di me tutto il suo giorno...



ALMA DE CASA

Perché la notte scorsa, con la tua voce sbiadita
come un vecchio album di foto,
hai cantato per noi due fino al sonno.

Allora ti ho grattato la schiena
stamattina, piano piano, ascoltando i tuoi piccoli grugniti
di piacere mentre ci svegliavamo.

E proprio adesso, tra noi sul letto - gualcite lenzuola
color avorio, brezza fresca delle montagne -

c'è una grande farfalla, una monarca
con due ali immense e un cuore solo.

                                      Patricia  Goedicke


                                            ***

LA MOGLIE DELL' INSTALLATORE  NAVALE

Lo amavo soprattutto
quando tornava a casa dal lavoro,
con le dita ancora contorte dai tubi,
la camicia di jeans fiorita di sudore
e odorosa di sale, delle alghe secche
dell' oceano. Andavo da lui seduto
sull'orlo del letto, la fronte
sporca di grasso, le mani screpolate
infilate tra le cosce, e gli slacciavo
gli stivali dalla punta d'acciaio, gli massaggiavo le caviglie,
i polpacci, la pianta e gli ossi dei piedi.
Poi gli aprivo i vestiti e prendevo
dentro di me tutto il suo giorno - i fianchi
grigi della nave, le lunghe tubature di rame,
la voce del caposquadra che risuonava
sulle costole d'argento della chiglia, scintilla di piombo
che bacia il metallo, la morsa, il verricello,
il fuoco bianco della torcia, il fischio
e il lungo viaggio in auto verso casa.

                                          Dorianne  Laux

                                                         ***

SEGNALI BINARI

Ma che buffo, mi son detta,
che appropriata ( benché amara )
ironia, che questi
carnalissimi incontri - meri
corpi di notte
congiunti - finissero puri
come impulsi, virtuale comunicazione,
eterea segnalazione

solo
il mio corpo tradì l'illusione,
e il suo incalzante pulsare
scrivendo un suo proprio, deviante subtesto
balenato sugli oscuri oceani,
intermittente, invocando:
vieni  0  vieni  0 vieni.

                                                Brenda  Porster


                                                   ***

CURIOSANDO FRA I LIBRI

Nell' angolo più remoto della libreria
lei gli stava dietro in punta di piedi,
mentre lui assorbe le parole dei poeti,
le mani di lei sulla schiena, la pancia, il sedere
mentre i commessi girano affaccendati.
E le si chiede perchè le cosce che
ha visto nude un migliaio di volte prima
non le sono mai sembrate così invitanti
come adesso.
E glielo dice, con un tocco
che solo Thoreau e Wilde possono vedere,
ascoltando il suo nuovo respiro
con un fremito.

                                                Adhara   Law


                                              ***

IL CORPO DEL MASCHIO

Sia lode al corpo del maschio, sia lodato
tutto quanto: il fucsia
dei genitali, i plettri delle unghie
dei piedi. Ad ogni parte sia lode,
selvatico afrore d'ascella,
pancia dove l'occhio vigila,
scopre ogni cosa come un neonato,
l' a- piombo dei fianchi
sulla terra, la  chioma che odora
talvolta di sudato e
unto, altre ancora di sale;
sia lode alle gambe dell'uomo
che s'arcuano e incurvano
trasportando la stazza del
maschio; sia lode alle braccia,
la parte migliore, quando 
a mezzo ti piegano
come un'amaca o
una frombola. Mani rozze
e screpolate e pungenti
scorze di frutti indicibili,
mani che scompaiono
nella gentilezza; sia  lode al naso
del maschio e alle orecchie
recanti quelle caverne, orifizi
per sprofondare dentro il corpo i loro
misteri stuzzicanti; sia lode al dorso
come una vela spiegata, la spina dorsale
che si piega come un alberello;
sia lode a quanto -
regioni oscure della pelle- è nascosto
luoghi di pura energia
che pure se non vedono mai la luce
ne sono completamente intrise.

                                               Leonore  Wilson


                                                    ***

A DISTANZA DI ANNI LORENA *( BOBBIT ) PENSA AL PENE CHE HA AVUTO PER UN GIORNO

Come nella mia mano
era infinitamente meno
collerico,
come un uccello impaurito
non quell'arma
che avevo conosciuto
ma raggrinzito,
spaventato, un gattino ferito
raggomitolato
in se stesso, nella
mia mano come pelle, come
sacca amniotica in cui
trovare rifugio,
non era più
un pugno
di sangue che picchia,
una spada d'osso
e poiché sembrava
tremare,
sognare
la fuga, aprii la mano
e lasciai
che volasse via.

                                                Lyn  Lifshin



       
                                       da      Gatti come angeli


*  Il 23 Giugno 1993 Lorena Bobbit ( che poi risprese il suo cognome da nubile " Gallo "), stanca di subire abusi sessuali da parte del marito, con un coltello da cucina gli tagliò il pene mentre dormiva ( gettandolo poi dal finestrino dell'auto con la quale fuggì ). L'episodio, pur non essendo unico del genere nella storia criminale , suscitò all'epoca molto scalpore. Ora la donna si occupa - mediante una fondazione - di donne vittime di abusi e violenze sessuali.


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