" Il dolore è come un ospite troppo grande: costringe a cambiare le misure" . ( E. Mounier )
(...) Lo sforzo spirituale, in una religione di trascendenza, di
interiorità e di incarnazione nel tempo, dev'essere sollecitato
in altezza, larghezza e profondità. Essa non dovrebbe mai
inoltrare un rifiuto o proporre un sacrificio che non sia accolto
e come negato in una accettazione superiore:lo sforzo esclusivo
contro l'istinto fa perno sul rifiuto e prima irrigidisce, presto
paralizza tutta la vita psichica in un atteggiamento abituale
d'inibizione. Chi passa tutta la vita a frenare, a respingere, a
calpestare, non riesce a proporre alla vita altro che gesti di
negazione e di ripiegamento; l'iniziativa e la creatività, come
l'amore, vengono solo da un'apertura interiore. Ecco la
sorgente di quella tristezza opaca e un po' ebete che troppo
spesso vediamo entrare e uscire dalle chiese e dai templi .(...)
Emmanuel Mounier da L' Affrontement chretien
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