lunedì 13 luglio 2020

IL BOSCO DI JORGE




                                                             Insieme siamo il bosco...


ROSSO

Esplodono i papaveri:
il profumo di porpora
accende i seminati e s'arrampica
nella giovialità chiassosa delle angurie
fino alla cresta del re del pollaio.

Il cardinale sorveglia
il brioso germoglio dell'aurora;
da un pennacchi all'altro distende la mattina le sue brume,
sui peperoni crepita l'agile mezzogiorno
e in mezzo al suono violaceo delle prugne
la sera scivola verso il sonno illibato della fucsia;
quando l'orizzonte avrà chiuso il suo circolo di fuoco,
con l'aerea corsa dei cervi
e l'odore aspro dell'erbaccia,
nella gioia delle piante chiamate " macachines ",
al di sopra di fossi, di colli, di lagune,
la mia voce s'avvolgerà intorno al tuo udito
e la mia ombra proteggerà il suo sonno e la sua veglia.
La mia acqua appagherà tutta la sete d' Africa.


                                             ***

COSE

Tutto stava nella luce, senza fuori
né dentro, entrata né uscita. E non si vedeva
nulla. All'improvviso si aprì
l'aria: la montagna, l'orto, il limone
e la rosa, l'entusiasmo della formica
che indaga la mia mano, la donna
che annuncia in cucina il gustoso mezzogiorno,
il vecchio che accorda la stanchezza
con pochi denti e scarsa melodia.

Le ore e le cose sono nella loro pienezza.
Tra poco la loro giornata sarà compiuta. Di gradino
in gradino scaleranno il dirupo,
il pendìo dell'ombra per occultarsi
dietro il velo disteso di tutta la pianura.


                                            ***

BOSCO

Ascoltati nel crescere per diventare albero.
Guardati il sangue che gioisce alle radici.
Osserva
la linfa che sale lungo i rami.
Sprofonda dentro
gli effervescenti liquidi dei tuoi pori
e innalzati a toccare l'aria
attraverso l'oscillazione ardente del tuo tronco.


Ascoltati come albero.

Rovere, biancospino, tremolante pioppo.
Ombù. Coronillo.
E il tala vorticoso.

Coronillo, un ombù, un tala vorticoso
che li abbraccia
in un nodo di germogli e rami slanciati
fino a creare il primo bosco
dove palpitano
ancora
le grotte le caverne anche gli angoli,
dove la foglia caduta si associa alla gramigna
mentre il seme annuncia la fecondazione del giorno.

Bosco
covile di volpi e di banditi
nascondiglio di amanti
altare dove ebbero inizio i rituali danzanti
dei centauri
quando Adone infiammava di carezze
il ventre di Afrodite
fino a coprire il sogno di falene in calore
in cui la sorgente preparava
le sue prime acque
per partorire il fiume.

Perchè tutti i fiumi che nascono nei boschi
finiscono nel mare che è la vita.

Insieme siamo il bosco.




                        Jorge  Arbeleche    da    El bosque de las cosas



2 commenti:

  1. Anche questa volta hai saputo poeticamente abbinare la lirica con la musica. Veramente suggestivo.. Chapeau!

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  2. Come ho già avuto modo di dire in risposta a commenti precedenti, c'è del lavoro " sommerso" dietro, qualche intuizione e un po' di fortuna...

    Grazie!

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