Clive Staples Lewis scrive ( genialmente ) una serie di lettere di uno zio diavolo al suo nipote ( pure diavolo ) che sta imparando l'arte di tentare gli uomini. Nel suo linguaggio, tutto è rovesciato, e il " Nemico" è il Padre Celeste.
(...) Gli esseri umani vivono nel tempo, ma il nostro Nemico li
destina all'eternità. Perciò - credo - Egli desidera che essi si
occupino principalmente di due cose : dell'eternità stessa, e di
quel punto del tempo che essi chiamano il presente. Il presente
è infatti il punto nel quale il tempo tocca l'eternità.
Del momento presente, e soltanto di esso, gli esseri umani
hanno un'esperienza analoga all'esperienza che il nostro
Nemico ha della realtà intera: soltanto in esso viene loro
offerta la libertà e la realtà. Egli vorrebbe perciò che essi
fossero continuamente occupati o con l'eternità ( il che vuol
dire essere occupati di Lui ) o con il presente - o che meditino
sulla loro eterna unione con Lui, o sulla separazione da Lui,
oppure che obbediscano alla voce presente della coscienza,
portando la croce presente, ricevendo la grazia presente,
offrendo azioni di grazie per il piacere presente.
E il nostro lavoro è di allontanarli sia dall'eterno sia dal
presente. (...)
Clive Staples Lewis da Lettere di Berlicche
E mastro diavolo continua spiegando che soprattutto il futuro, ossia il tratto di strada fra il presente e l'eternità - per sua natura assolutamente immateriale - è la cosa in cui bisogna che la tentazione concentri l'uomo, sicché uno viva di nulla, torturandosi nelle ipotesi. Quindi, o fomenta pensieri distruttivi o sposta l'attenzione dal bene reale a quello ipotetico, e comunque opprime il bene possibile, lanciandolo nel pindarico.
Il risultato è che uno pensa alla casa in cui abiterà e non abita la presente.
( f. )
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