domenica 26 luglio 2020

BERLICCHE ( e le sue lettere )





Clive Staples Lewis scrive ( genialmente ) una serie di lettere di uno zio diavolo al suo nipote ( pure diavolo ) che sta imparando l'arte di tentare gli uomini. Nel suo linguaggio, tutto è rovesciato, e il " Nemico" è il Padre Celeste.

(...) Gli esseri umani vivono nel tempo, ma il nostro Nemico li 
      destina all'eternità. Perciò - credo - Egli desidera che essi si
      occupino principalmente di due cose : dell'eternità stessa, e di
      quel punto del tempo che essi chiamano il presente. Il presente
      è infatti il punto nel quale il tempo tocca l'eternità.
      Del momento presente, e soltanto di esso, gli esseri umani 
      hanno un'esperienza analoga all'esperienza che il nostro 
      Nemico ha della realtà intera: soltanto in esso viene loro
      offerta la libertà e la realtà. Egli vorrebbe perciò che essi
      fossero continuamente occupati o con l'eternità ( il che vuol
      dire essere occupati di Lui ) o con il presente - o che meditino
      sulla loro eterna unione con Lui, o sulla separazione da Lui,
      oppure che obbediscano alla voce presente della coscienza,
      portando la croce presente, ricevendo la grazia presente,
      offrendo azioni di grazie per il piacere presente.
      E il nostro lavoro è di allontanarli sia dall'eterno sia dal 
      presente.  (...)


                        Clive  Staples  Lewis   da    Lettere di Berlicche


E mastro diavolo continua spiegando che soprattutto il futuro, ossia il tratto di strada fra il presente e l'eternità - per sua natura assolutamente immateriale - è la cosa in cui bisogna che la tentazione concentri l'uomo, sicché uno viva di nulla, torturandosi nelle ipotesi. Quindi, o fomenta pensieri distruttivi o sposta l'attenzione dal bene reale a quello ipotetico, e comunque opprime il bene possibile, lanciandolo nel pindarico.
Il risultato è che uno pensa alla casa in cui abiterà e non abita la presente.



                                   (  f. )


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