sabato 24 febbraio 2018

IL CUORE SE POTESSE PENSARE( Una storia d'amore, ricerca e battaglie) 3

 
 

                               
             Gli uomini non cambiano : prima parlano d'amore e poi ti lasciano...



(...)Una domenica mattina della primavera del1989 io e mio marito
     decidemmo di andare di andare a vedere la casa al lago per
     valutare l'opportunità di venderla. Servivano lavori costosi di
     manutenzione del tetto, del pavimento dopo l'ultima inondazione
     e bisognava cambiare alcuni mobili infradiciati.
     In macchina, pensavo ai meravigliosi anni trascorsi lì con i miei
     bambini piccoli, le loro palette e i loro secchielli. Li rivedevo
     sgambettare a piedi nudi nell'acqua pulita della riva sotto il
     sole caldo delle giornate limpide di primavera inoltrata o inizio
     estate.
     Mio marito, più pragmatico, faceva notare che la villa era
     disabitata da tempo e che non poteva essere mantenuta
     decorosamente senza spenderci un mucchio di denaro.
     Dopo un lungo silenzio, che io pensavo fosse dovuto alle
     riflessioni sul problema della casa, Umberto disse 
     improvvisamente: " Susanna, ti devo fare una confessione".
     Dal tono di voce capii che era un problema scottante.
     Lo pregai di continuare.
     Guardando fisso la strada, con le mani contratte sul volante, mi
     confessò: " Ho un altro figlio di quattro anni".
     Mi sentii gelare, mi irrigidii e lo guardai sbalordita. Pensavo di
     aver capito male. Mi feci ripetere quelle parole. Avevo capito
     benissimo. In quell'istante credetti di morire. Mi si appannò la
     vista, mi si bloccò il respiro, il battito cardiaco perse qualche
     colpo, avvertii un dolore acuto allo stomaco, come se avessi
     ricevuto un colpo violento.Mi sentivo annichilita dalla sorpresa.
     Mi sentivo ferita normalmente. Mi rattrappii in un angolo della
     macchina. Sentivo salire dalle viscere un odio implacabile, una
     sorda umiliazione, un senso di impotenza e di inutilità di ogni
     parola, di ogni spiegazione o scusante.
     Come venni a sapere più tardi, i miei cognati sapevano, alcuni
     amici sapevano e anche una rivista di moda sapeva. Era stata
     pubblicata una fotografia della nostra famiglia con la seguente
     didascalia : " Il professor Veronesi con i figli avuti da due
     matrimoni". Indignata avevo scritto alla direttrice della rivista:
     ero l'unica moglie legittima e certo non c'era nessun figlio da
     un altro matrimonio.
     Quanto ero sta ingenua!  (...)

Sultana Razon Veronesi  da   Se il cuore potesse pensare ( Una storia d'amore, ricerca e battaglie )
      

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