giovedì 8 febbraio 2018
PERCHE' L' AMORE FA SOFFRIRE 3
(...) Pare indubitabile che poche siano le persone cui sono state
risparmiate le afflizioni procurate dalle relazioni sentimentali,
che possono assumere forme diverse: baciare troppi ranocchi
mentre si è alla ricerca del nostro Principe o della nostra
Principessa Azzurra; dedicarsi a ricerche su Internet degne di
Sisifo, inutili e faticose; tornarsene a casa soli e sconsolati da
bar, feste o appuntamenti al buio... E le pene non finiscono
quando incomincia una relazione, poiché essa potrebbe indurci
noia, ansia o rabbia; si potrebbe scivolare in discussioni e
conflitti amorosi;entrare in uno stato di confusione e incertezza
o di depressione generata da separazioni o divorzi.
Questi sono solo alcuni dei modi in cui la ricerca d'amore si
trasforma in un'esperienza difficile e tormentata, che solo pochi
uomini o donne dell'epoca moderna riescono a evitare.
Se il sociologo potesse ascoltare le voci degli uomini e delle
donne in cerca d'amore, udrebbe un'infinita e assordante
litania di gemiti e lamenti.
Molti ritengono che l'affermazione freudiana secondo la quale
la famiglia crea il modello dell'andamento della vita erotica
futura abbia fornito la miglior spiegazione del perché non
siamo in grado di trovare l'amore o di gestirlo, oltre che dei
modi in cui ci procuriamo dei fallimenti. Per niente scoraggiata
dall'evidente incoerenza, la cultura freudiana sviluppa
ulteriormente questa ipotesi, affermando che sia nel caso in cui
i nostri partner riproducano la figura dei nostri genitori o
rappresentino un modello opposto, essi riflettano direttamente
quelle esperienze della nostra infanzia che costituiscono la
chiave d'accesso alla comprensione del nostro destino
sentimentale. Perseguendo l'idea della coazione a ripetere,
Freud si spinse oltre, sostenendo che siamo destinati a
riprodurre nel corso della vita adulta le prime esperienze di
perdita, se pur dolorose, come mezzo per dominarle.
Questa ipotesi ebbe un impatto enorme sulla percezione
collettiva delle pene d'amore e sul modo di gestirle, perché
lasciava intendere che esse costituissero una dimensione
positiva del processo di maturazione. Ma non basta: la cultura
freudiana suggeriva che in linea generale le pene d'amore sono
inevitabili e autoinflitte. (...)
Eva Illouz da Perché l'amore fa soffrire
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