mercoledì 21 febbraio 2018
IO E LEI ( Oltre la vita ) 2
(...) Ma perché meditare sulla morte se il suo pensiero non mi
assilla?Per due motivi essenzialmente,connessi l'uno con la sua
percezione sociale, l'altro con quella individuale mia.Dal punto
di vista sociale si parla della morte a vario titolo e con una
certa regolarità, ma se ne parla sempre. Può essere la morte di
individui, di gruppi o di comunità - per incidenti, per malattia o
per attentati e per combattimenti - o può essere la morte
prospettata e temuta. La religione - per esempio - che promette
di liberarci dalla morte - in realtà ci costringe a pensarci di
continuo, proponendo scenari dipinti con tinte di intensità
variabile, ma mai trascurabile. Anche i matrimoni si celebrano
nel luogo riservato alla morte e i funerali ne amplificano l'eco.
La morte di chiunque rimanda - direttamente o indirettamente -
al pensiero della propria, in un tempo indeterminato e magari
indistinto, ma attuale come i discorsi di ogni giorno.
Secondo alcuni è il pensiero della morte che ha ispirato e
guidato molti dei nostri progressi collettivi: di sicuro l'
aspirazione alla fama e all'immortalità delle nostre opere.
Ed è certamente il pensiero della morte che ci porta a credere
a quella massa di favole alle quali tutti siamo portati a credere.
L' argomento della morte è vivo e presente anche quando è
taciuto, anzi in quel caso lo può essere anche di più.
La morte conferisce un orizzonte alla nostra vita.
A tutto questo si aggiunge - per me - anche se non credo per
me solo, il tema del suicidio. La morte per suicidio è una morte
particolare, anzi una mescolanza di morte e di vita,per eccesso
o per insufficienza di vita. Ho pensato al suicidio
praticamente da quando mi conosco: troppo orrenda era la mia
vita infantile e giovanile per non pensarci, anche se dopo -
molto dopo - le cose sono sensibilmente migliorate.
La morte presenta almeno due caratteristiche contrastanti: su
un piano di realtà è un fenomeno del tutto naturale e ogni
essere vivente degli ultimi quattro miliardi di anni è morto,
senza che nessuno sia mai sfuggito a questo destino. Sul piano
conoscitivo ed esistenziale - invece - è il mistero di tutti i
misteri: la contemplata limitatezza dell'esserci.
Mi piace quindi meditare sulla morte per passare in rassegna
i vari aspetti e le possibili interpretazioni di un fenomeno tanto
ipotetico quanto probabile e universalmente diffuso.
D'altra parte, so bene che non si può pensare costruttivamente
alla morte. Si può pensare solo alla vita e lo si può fare mentre
si è ancora - ovviamente - in vita. (...)
Edoardo Boncinelli da Io e Lei ( Oltre la vita )
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