venerdì 2 febbraio 2018

AFFETTI E CANCRO 1

 
 

La proposta di drammatizzazione del mito personale intende muoversi nella direzione opposta a quella che conduce alla citopsicosi ( precipitare dell'anima in una vicenda discensiva ).f


(...) In questo libro viene sviluppata una teoria mitica del tumore,
      che si propone di illustrare l'aspetto psichico -più propriamente
      qualitativo - delle ricerche psicosomatiche sul tumore, che
      hanno avuto sinora un significato prevalentemente quantitativo.
      L' aprirsi di prospettive psicologiche nella ricerca sui tumori
      parte dal presupposto che dietro i fenomeni di stress vi siano
      potenze affettive originarie, dalle quali la nostra anima è
      coinvolta in programmi primari di vita e in programmi primari
      di morte.
      La possibilità di constatare che il tumore, come vicenda
      biologica è accompagnato a un inconsapevole programma
      suicidale può apparire, oltre che mitica, anche inopportuna.
      Con tale proposta si tende - in qualche modo - a farci sentire
      responsabili della nostra salute ed eventualmente colpevoli
      della nostra malattia. La teoria mitica dei tumori - tuttavia -
      più che farci sentire responsabili delle nostre malattie, vuole
      aprire un discorso sul significato generale che gli affetti
      assumono nei rapporti tra gli uomini, per chiarire il tipo di
      effetti riscontrabili nelle persone che si ammalano di tumore.
      La riflessione sui rapporti tra affetti e cancro - infatti - fa
      sorgere un'ipotesi perturbante. Attraverso gli affetti, gli uomini
      possono mettersi reciprocamente dentro la vita o mettersi
      reciprocamente dentro la morte. Per ciò che concerne più
      specificamente il rapporto tra affetti e malattia, si affaccia l'
      ipotesi paradossale che coloro che preferiscono - come Socrate
      - subire violenza da parte di altri, piuttosto che farla, possono
      andare soggetti a malattie più di quelli che preferiscono fare
      violenza agli altri piuttosto che subirla. E questo Platone lo
      sapeva, quando ha raccontato il mito di Gige. (...)


         Franco  Fornari  da            Affetti e cancro
         
     

2 commenti:

  1. Interessanti questi brani di Fornari che affrontano un argomento difficile sul quale a volte si preferisce glissare. Ma altrettanto utile che il discorso sull'origine psicosomatica dei tumori venga presentato in tutta la sua complessa articolazione e non in modo semplicistico come talora capita di leggere su qualche rivista.
    Grazie!!

    RispondiElimina
  2. E' talmente affascinante questo testo ( che pure è stato pubblicato nel 1984 ) che oggi ne pubblicherò un altro brano ( come sintesi ).
    E' un libro che andrebbe però letto integralmente perché mi rendo conto che proporre brani ( che sono obiettivamente impegnativi e che richiedono comunque una certa competenza sull'argomento ) fuori dal loro legittimo contesto è impresa ancora più ardua ( più per il lettore che per me ).
    Voglio tuttavia sottolineare non solo la grande competenza di questo psicoterapeuta, ma anche la sua modernità : del resto il celebre " padre"
    della nostra terapia analitica - Cesare Musatti - di cui Fornari fu allievo,
    lo diceva apertamente fin da tempi non sospetti : " Lui ha idee molto più aperte delle mie; io sono per certi aspetti più conservatore, lui è più intuitivo e più aperto alle innovazioni ".)
    Che poi l'indagine della correlazione fra stress e cancro non abbia fatto in questi decenni i passi che forse ci si sarebbe aspettati ( lo dico anche a livello di esperienza personale ) è un altro discorso.
    Grazie per l'intervento.

    RispondiElimina