martedì 6 febbraio 2018
ATTRAVERSARE LA VITA 3
(...) Ciò che questi esempi testimoniano non è -come questi soggetti
pensano -la prova della difficoltà del mondo esterno e della sua
malvagità, ma - al contrario - la testimonianza che fra mondo
interno e mondo esterno si crea una risonanza intima tale per
cui - se il nostro mondo interno è difeso - il mondo esterno
necessariamente si tinge di colori inquietanti, e noi di
conseguenza ne abbiamo un'esperienza negativa.
Ma se pure è indispensabile fare i conti con l'esterno, la
maturità ci insegna che i più grandi pericoli vengono dal
trascurare la cura della nostra spiritualità. Infatti ci sono
individui che sono totalmente alieni al loro mondo interno e alla
vita interiore, persone tutte proiettate all'esterno,completamente
identificate col loro ruolo e con gli obblighi sociali, in un
atteggiamento estrovertito che però rischia di renderli stranieri
ai loro bisogni più intimi. Questi individui, che possono
ritenersi fortunati per un certo verso, dato che l'estroversione
favorisce il confronto con il mondo, l'adattamento e la conquista
di una posizione sociale, rischiano però di essere assolutamente
impreparati dinanzi a quegli eventi della vita che richiedono
dimestichezza con le proprie risorse interne: le crisi
sentimentali, le separazioni, le perdite di persone care, gli
improvvisi crolli, la mancanza di significato che a volte investe
le giornate.In questi casi - infatti - proprio come colui che non
conosce le regole per contattare l'"altro" nel mondo, l'individuo
sembra non avere le basi per destreggiarsi con le immagini
delle emozioni e del sentimento, vissuto sempre come un aspetto
inquietante, pericoloso, alieno. La fuga verso il reale è anche
una sfiducia di fondo verso le risorse del mondo interiore:
verso la fantasia, il sogno, il tempo lento della riflessione. Il
confronto con l'inconscio è solo a livelli iniziali e occorre una
lenta iniziazione alla realtà psichica prima che queste persone
ne sentano il vantaggio. Quando invece impariamo a tenere
conto della vita interiore che pulsa in noi, l'intera personalità
diventa più flessibile e capace di adattarsi alle diverse
situazioni della vita.Il dialogo con l'inconscio è anche esercizio,
come sperimentano i nostri pazienti che si abituano lentamente
a ricordare i sogni e a mantenere vive le emozioni che in essi
hanno conosciuto. E' un mondo nuovo che si apre per noi. (...)
Aldo Carotenuto da Attraversare la vita
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Discorso molto complesso, ma certo altrettanto interessante.
RispondiEliminaDi primo acchito, mi restano dentro soprattutto due cose: il "sentimento di verità" cui si allude in un brano, e l'importanza della "cura della nostra spiritualità", di coltivare cioè un proprio ambito di vita interiore e di dialogo con noi stessi, prima e al di là di ciò che i vari ruoli esterni impongono.
Grazie!!!
E' un discorso complesso, sì, quello della " gestione" del nostro intimo, del mondo dei sentimenti e dello spirito e - come appare dai brani di Eva Illouz, una sociologa dell'Università di Gerusalemme , che ho postato oggi - affrontabile da diversi punti di vista.
RispondiEliminaE le conclusione sono molto diverse, a volte addirittura opposte.
A chi legge - come si suol dire - " L'ardua sentenza! "
Aggiungo: poiché ritengo che la verità non sia un blocco monolitico, ma un diamante dalle mille sfaccettature, bene fa il nostro Carotenuto a sottolineare l'importanza del " volgersi dentro" per trovare la stessa per quanto ci riguarda ( ma è un concetto già ampiamente riscontrabile tra i filosofi greci ); ma siccome è altrettanto vero che l'uomo è " un animale sociale", mi sembra corretta la sollecitazione della Illouz a considerare quale e quanta importanza abbiano i fattori culturali e sociali non solo in relazione alla verità degli accadimenti, ma ( e qui mi sembra stia il punto di maggior novità ), per la costruzione del Sé ( che sembrerebbe appannaggio
RispondiEliminadella sola cultura analitica ).
Grazie per l'intervento.