lunedì 5 febbraio 2018

AFFETTI E CANCRO ( Sintesi )



             Ma perché Dio avrebbe scelto un fanciullo osceno quale suo strumento...



(...) Chi è colpito dal cancro si trova in una situazione di grande
      pena perché si sente come catturato in un circolo vizioso: da
      una parte si sente bambino impotente, abbandonato e orfano di
      fronte al suo destino. Vuole reagire, ma è trattenuto dal fatto
      che il tradimento mortale è stato messo in atto dal proprio
      stesso corpo, quel corpo stesso dal cui buon funzionamento
      dipende la vita. A chi rivolgersi per essere salvati? Se il corpo
      ha messo in atto programmi di morte, deve pur aver ricevuto un
      segnale primario. La psicoanalisi insegna che il segnale
      primario, ricevuto il quale l'uomo elabora programmi di morte,
      è la mancanza di amore, è la costatazione che i programmi di
      vita non servono a procurarselo. Il bambino, cacciato fuori dal
      contenitore materno, ha potuto rendersi conto che non è
      assolutamente possibile vivere se là fuori - nel mondo , nel
      quale è stato scaraventato dopo essere stato sradicato dalla
      placenta, - non esiste qualcuno che si prenda cura sollecita di
      lui, perché lo ama. Il vivere, lasciandosi morire, dipende
      dunque dal fatto che si è ricevuto un segnale di abbandono:
      cioè di mancanza di amore.
      A questo punto, l'istituzione terapeutica, rappresentata dal
      medico e dalla sua competenza, può costituire il punto cruciale
      per la ristrutturazione del programma di vita. Se una persona
      adulta non si sente amata, si chiude in sé e perde sempre di più
      la possibilità e il diritto di esserlo. Se però si ammala, è come
      se ritornasse bambina e riacquistasse il diritto che gli altri si
      occupino di lei. Così, la malattia può diventare anche uno
      strumento d'amore . (...)


                            Franco  Fornari    da     Affetti e cancro



     

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